sabato 3 febbraio 2024
La denuncia del segretario di First Cisl sul rischio di sovraindebitamento per le famiglie italiane. Aumenta il credito al consumo nonostante il costo elevato
Cisl: cresce credito al consumo. Costi più alti che nel resto d'Europa

IMAGOECONOMICA

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Nell’ultimo anno, a fronte di una diminuzione dei prestiti alle famiglie, il credito al consumo ​è cresciuto di quasi 9 miliardi. In altre parole, sono cresciute quelle forme di finanziamento per acquistare beni e servizi importanti per sé o per la propria famiglia – un’auto, un elettrodomestico, un corso di lingue – oppure per affrontare situazioni in cui è necessario disporre di denaro liquido.

Rispetto agli altri Paesi europei gli italiani fanno ricorso al credito al consumo in misura maggiore: il peso sui prestiti erogati alle famiglie è giunto infatti al 18%, contro una media europea dell'11%. Stando all'analisi elaborata da Fondazione Fiba di First Cisl sui dati Bankitalia e Bce, nel periodo tra settembre 2022 e 30 settembre 2023, il ricorso a questa forma di indebitamento è cresciuto da 149,7 a 158,5 miliardi (+ 5,9%), in un contesto in cui i prestiti alle famiglie hanno fatto registrare una contrazione, seppure di lieve entità (da 593 a 592,6 miliardi, pari al -0,06%).

La crescita del credito al consumo riguarda soprattutto le regioni settentrionali rispetto a quelle meridionali, che mostrano invece una maggiore tenuta sul fronte dei prestiti alle famiglie. In particolare, la Lombardia, che è la regione con i maggiori volumi di finanziamenti, è passata da 24,8 a 26,5 miliardi (+ 1,7 miliardi pari al 6,8%) mentre la Sardegna, fanalino di coda, è passata da 4,6 a 4,8 miliardi (+ 4,3%). Dati in controtendenza rispetto a quelli sui prestiti alle famiglie, secondo i quali proprio la Sardegna è l’unica regione italiana ad aver fatto registrare una variazione positiva anche nell’ultimo trimestre (+ 0,23%). Al contrario in tutte le regioni del Nord il volume dei prestiti alle famiglie risulta in calo.

La “corsa” al credito al consumo, nel nostro paese, non sembra inoltre risentire dei costi elevati. Ottenere un credito per i consumatori ha un costo: interessi, commissioni e altre spese. Le commissioni comprendono, ad esempio, i costi per l’apertura della pratica e per la gestione del finanziamento; le altre spese possono riguardare le imposte o le assicurazioni. Alcune commissioni e spese sono fisse, indipendentemente dalla somma richiesta e dunque incideranno di più se l’importo richiesto è basso, per esempio sotto i 1.500 euro.

Le analisi sui tassi d’interesse effettuate sui dati Bce dimostrano come il credito al consumo sia più caro delle altre forme di finanziamento più tradizionali (il tasso di interesse sulle nuove operazioni è dell’8,59% contro il 4,5% dei mutui e il 6,12% dei prestiti per altre operazioni), e come i tassi siano più elevati di quelli dell’area dell’euro, a cominciare da Francia e Germania.
Il costo a carico dei consumatori italiani è ancora più accentuato se si tiene in considerazione il Taeg, che sulle nuove operazioni raggiunge il 10,27% (contro il 6,55% della Francia), con un aggravio rispetto al Tan dell’1,68% (in Francia tale differenziale è dello 0,25%).

Il maggior ricorso a questa forma di indebitamento, in misura superiore alla media europea, potrebbe dipendere dalla diminuzione della domanda di altre forme di finanziamento, ma anche dall’orientamento delle banche e delle società finanziarie a spingere la clientela verso il credito al consumo - ha spiegato il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani - È un’evidenza che emerge anche dai piani d’impresa di alcuni importanti gruppi bancari. Per questo First Cisl continua a segnalare l’urgenza di dare risposte. La direttiva europea Consumer Credit, approvata a fine 2023, rappresenta un passo nella direzione giusta nel rafforzare i presidi di trasparenza a tutela del consumatore, ma le sue disposizioni non saranno operative presumibilmente prima della fine del 2026. È quindi opportuno che le autorità nazionali vigilino con grande attenzione sui rischi di sovraindebitamento. Rischi determinati – osserva Colombani - sia da un Taeg molto più elevato rispetto alla media dell’area euro, sia dalla diffusione di fenomeni come il ‘buy now, pay later’, la cui crescita rappresenta un campanello d’allarme soprattutto per le possibili conseguenze sulle fasce di popolazione a basso reddito”.

Per avere maggiori specifiche e informazioni su cosa sia il credito al consumo e quanto possa costare ai consumatori, rimandiamo a questa guida pratica della Banca d'Italia proprio sul CREDITO AL CONSUMO

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