Né rigore nei conti pubblici né interventi espansivi rilevanti: la Corte dei conti 'boccia' la legge di Stabilità del Governo di Enrico Letta che, se possibile, è uscita ancora più "frammentata" dalle aule parlamentari. Con un rischio scaricato sul prossimo futuro: 13,7 miliardi di euro che non è detto entreranno in cassa tra il 2017-2020.La Corte dei conti non usa il cesello per criticare i contenuti dell'ultima legge di Stabilità. Ma il Tesoro in serata ribatte. Smentisce che ci sia un "vuoto di gettito". "L'impianto complessivo della legge - dice - garantisce la tenuta dei conti pubblici anche negli anni a venire". Le norme approvate "hanno regolarmente trovato integrale e adeguata copertura non solo nel triennio 2014-2016 ma anche in tutte le annualità successive rilevanti ai fini della valutazione degli effetti finanziari".Che anzi registreranno "un miglioramento dei saldi". Il ministro dell'Economia uscente,
Fabrizio Saccomanni, che aveva anche parlato in mattinata avvertendo però sui rischi della ripresa economica globale: "È ancora vulnerabile"
- aveva detto - e "le fragilità globali e i rischi al ribasso per la stabilità finanziaria persistono ancora". Una fragilità certificata anche dall'Ocse: nel quarto trimestre 2013 fra i Paesi dell'Euro, l'Italia segna +0,1%, la Germania lo 0,4%, la Francia lo 0,1% tornando al segno positivo per la prima voltadal terzo trimestre 2011.Insomma non c'è ancora da stare sereni e i rischi ci sono ancora tutti nonostante un'inversione di tendenza dei principali indicatori macro dell'economia nazionale. E l'analisi della Corte dei conti getta un'ombra in più: ammonterebbero infatti a 13,7 miliardi le entrate 2017-2020 previste dalla legge di Stabilità a rischio. Le preoccupazioni della magistratura contabile su queste "coperture fragili" sono contenute in un nuovo documento, già inviato ieri ai presidenti delle Camere, e che viene allegato alla relazione quadrimestrale di cassa.Il documento tiene conto delle "prospettive della finanza pubblica dopo la legge di Stabilità" varata dal Governo Letta (troppe anche se "comprensibili" dopo anni di recessione le 200micro-norme inserite dal Parlamento. Ma al momento non sembra necessaria una manovra bis.Il nuovo presidente della Corte dei conti,
Raffaele Squitieri, spiega che le indicazioni servono "a fornire una visione generale dei conti pubblici a Parlamento e Governo anche in questa fase particolare della formazione del nuovo esecutivo". Insomma secondo Squitieri "ci sono segnali modesti, di ripresa e noi monitoriamo la situazione. La Corte sarà vigile".La situazione post-Stabilità descritta dalla Corte appare 'delicata': il 2014 resta comunque un anno di "tregua fiscale" - come già detto nelle audizioni parlamentari - ma c'è appunto il rischio delle entrate future. In un sentiero che appare comunque "stretto" a causa delle nuove regole europee sul rientro del debito pubblico. La Corte dei conti prende in esame anche l'accelerazione dei pagamenti della Pa che però non sembrano aver dato un particolare impulso all'economia nè sembra ci siano molti spazi di manovra per la crescita grazie all'azione di revisione della spesa portata avanti dal commissario Carlo Cottarelli.Così come la stretta creditizia non accennerà ad attenuarsi quest'anno a causa dei vincoli imposti da Basilea 3 e dagli stress test (la Corte segnala "la mancata trasmissione al settore reale delle condizioni di abbondante liquidità che si riscontrano sul mercato finanziario"). Unico spazio 'visibile' nel documento della Corte è quello legato al possibile risparmio sugli interessi che la rinnovata credibilità del Paese potrebbe offrire. Ma c'è da tener conto della necessità di tenere i saldi invariati: quindi il 2014, considerato dai magistrati contabili come un anno di "tregua" dovrebbe essere anche l'occasione di incidere in modo forte sulle riforme, alcune già attive, per aumentare la crescita del Pil. Una crescita che allo stato appare un po' sovrastimata dal Governo (con un incremento dei consumi che si fermerebbe allo 0,7%) e che oltretutto dovrà fare i conti con le misure "restrittive" che il Governo Letta, sempre con la legge di Stabilità, ha previsto dal prossimo anno.