sabato 21 settembre 2019
La catena cooperativa ha aderito da subito all'iniziativa e proporrà ai clienti i prodotti a marchio sostenibili. Il presidente Bernareggi: serve efficienza per offrire sostenibilità a prezzi buoni
Luca Bernareggi, da marzo presidente di Ancc-Coop

Luca Bernareggi, da marzo presidente di Ancc-Coop

COMMENTA E CONDIVIDI

«Quando abbiamo letto su Avvenire la proposta di Enrico Giovannini e Leonardo Becchetti per i Saturdays for Future abbiamo subito pensato che un operatore come il nostro dovesse prendere parte a questo progetto» dice Luca Bernareggi, da marzo presidente dell’Associazione nazionale cooperative di consumatori (Ancc-Coop). Coop collabora da tempo con ASviS e NeXt sui temi del consumo responsabile e, più in generale, ha messo la sostenibilità ambientale e sociale al centro della sua agenda. Ha fatto importanti scelte concrete: tra le altre, la verifica dell’intera filiera di fornitura dei prodotti agricoli “più a rischio”; la rinuncia dall’uso di alcuni pesticidi su tutto l’ortofrutta; la promozione, da anni, del commercio equo e solidale; la donazione delle eccedenze alimentari per iniziative sociali.

La natura mutualistica, certo, aiuta la sostenibilità. «Diversamente da un’impresa tradizionale non dobbiamo seguire la massimizzazione del profitto. In molti casi abbiamo pazientato sul conto economico perché abbiamo preferito investire sulla sostenibilità » conferma il presidente. Il 28 di settembre in prossimità dei grandi punti vendita di sette città italiane (Roma, Milano, Torino, Bologna, Genova, Firenze e Assisi) Coop promuoverà i prodotti a marchio proprio ad alto contenuto di responsabilità ambientale e sociale e “riaccenderà” alcune delle sue campagne degli ultimi anni sui temi della sostenibilità. «In questa nostra partecipazione mettiamo al centro il dialogo con i consumatori: chiederemo loro su quali tematiche vogliono che ci concentriamo nei prossimi anni, ad esempio potrebbero indicarci la tutela della diversità, la riduzione nell’uso della plastica, un maggiore uso di materiali riciclabili e compostabili…» spiega Bernareggi. In molti punti vendita, con iniziative a livello di territorio, ci saranno anche promozioni speciali sui prodotti sostenibili.

Da 2018 Coop organizza Cash Mob etici in collaborazione con ASviS e NeXt. L’ultimo, lo scorso maggio, ha coinvolto 37 punti vendita. Diecimila clienti hanno risposto a questionari per spiegare il loro atteggiamento verso il consumo responsabile e nei 22 negozi in cui sono stati 'messi in evidenza' i prodotti più sostenibili le loro vendite sono aumentate del 18% (con acquisti di prodotti “responsabili” fatti in sostituzione di quelli tradizionali). Nei questionari il 53% dei consumatori ha ammesso che il risparmio è uno dei motivi che porta a fare acquisti senza guardare ai criteri di sostenibilità. Il prezzo, insomma, è uno dei nodi principali. «Sul consumo responsabile siamo probabilmente a un punto di svolta, anche se il prezzo resta una variabile non indifferente – conferma il presidente di Ancc-Coop –. Per una famiglia che magari fatica a fare quadrare i conti è complicato spendere qualcosa di più per fare scelte responsabili e noi comprendiamo molto bene la loro situazione. Per questo le imprese sono chiamate a ricavare efficienza nelle produzioni sostenibili, perché non può esserci lo scambio tra etica e sostenibilità da un lato e prezzo più alto dall’altro».

Il prodotto sostenibile non deve essere troppo caro. Il principio è semplice, tradurlo in pratica è complicato. Possiamo immaginare che supermercati e produttori accettino di ridurre i margini per aiutare i clienti finali a fare scelte più sostenibili? «Emotivamente direi di sì, ma razionalmente non è così semplice. Noi di Coop abbiamo deciso per esempio di curare con più attenzione e responsabilità alcune filiere agroalimentari di produzioni stagionali, con le campagne “Buoni e giusti” su pomodoro, olive e uva. Ci siamo assicurati che l’intera filiera sia sostenibile, soprattutto sul fronte del rispetto delle leggi sul lavoro, e proponiamo un prezzo concorrenziale rispetto ai prodotti “tradizionali”. È stato laborioso procedere con verifiche e controlli, abbiamo dovuto escludere dei fornitori. Purtroppo in Italia su questo fronte istituzioni, imprese e controllori hanno ancora molto da fare».

Il caporalato nei campi di pomodori è il più evidente esempio dei problemi che restano da risolvere. «C’è una totale ipocrisia su situazioni di questo tipo: quando emergono realtà tragiche tutti si scandalizzano, Coop è uno dei pochi soggetti economici e sociali che siano passati davvero dalle parole ai fatti» dice con orgoglio Bernareggi. I Saturdays for future possono aiutare a “concretizzare” dei buoni principi. «Vorremmo che questi appuntamenti diventassero occasioni per gli adulti per dimostrare quello che i ragazzi denunciano con forza – conclude il presidente di Ancc-Coop –: fare i proclami serve a poco se a questi non seguono comportamenti e fatti concreti. Noi faremo tutto il possibile per essere coerenti con questi impegni».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI