Fare rete per innovarsi e internazionalizzarsi. Sono 995 i contratti di rete siglati dalle imprese italiane alla fine di luglio 2013. È quanto emerge da un monitoraggio effettuato da InfoCamere su questo tipo di accordi iscritti nel Registro delle imprese gestito dalle Camere di commercio italiane. A poco più di tre anni dalla costituzione della prima rete di imprese, la voglia di fare gioco di squadra coinvolge ormai quasi 5mila soggetti dall'edilizia alla sanità, dal tessile alle nuove tecnologie.Con oltre 1.300 imprese (1.308 per la precisione) aderenti a un contratto è la Lombardia (seguita da Emilia-Romagna e Toscana, con rispettivamente 714 e 579 imprese) la regione italiana che presenta in valore assoluto il più alto numero di soggetti che hanno adottato questo nuovo strumento aggregativo.Diffusi ormai in tutte le province (102 su 105), le reti d'impresa parlano soprattutto milanese. È infatti il capoluogo lombardo a contare, in Italia, il maggior numero d'imprese (391) aderenti a un contratto di rete; ai primi posti della classifica delle province per maggior numero di imprese coinvolte si piazzano poi Brescia (268 realtà), Firenze (196), Roma (184) e Modena (183). Ancora ferme a "quota zero" Enna, Vercelli e Vibo Valentia.La dimensione della rete misurata in base al numero delle imprese partecipanti, appare ancora relativamente piccola. Sommando le reti con tre imprese e quelle composte da quattro a nove imprese si ottiene un totale di 762 contratti di rete su 995. Dunque, oltre i due terzi dei contratti riguardano un numero di imprese che varia da tre a nove. I due dati rilevanti sono, da un lato, il numero elevato di reti bilaterali (il 13% del totale) e, dall'altro, la quasi totale assenza di macro-reti con un numero di imprese partecipanti superiore alle 50 imprese (una sola rete su 995 contratti). Le imprese partecipanti ai contratti sono prevalentemente società di capitali (67%), con un numero limitato di imprese esercitate con la forma di società di persone e di imprese individuali. Contenuto il numero delle imprese cooperative (341 realtà per un peso % pari al 6,9) segno che il contratto di rete non ha ancora trovato adeguato sviluppo nel mondo dell'impresa senza scopo di lucro.La mappa dei settori rileva come il contratto di rete si sia diffuso ampiamente sia tra le imprese manifatturiere che del terziario. Nello specifico all'industria in senso stretto fa riferimento con 1.846 soggetti il 37,5% delle imprese che hanno sottoscritto un contratto di rete seguita dall'insieme dei servizi alle imprese (settori J, L, M e N) con il 23,3%. Più contenuta è l'incidenza dell'edilizia e del commercio (9,5%) e dell'agricoltura (5%).Il contratto di rete, introdotto dal decreto incentivi del 2009 e ritoccato dalla legge di stabilità, prevede la possibilità per le aziende di creare alleanze senza sacrificare la loro autonomia: si condividono obiettivi e strategie, si scambiano informazioni e servizi, senza rinunciare alla propria indipendenza.