"Il probabile esito" delle dimissioni di Mario Draghi, e cioè "elezioni politiche anticipate, difficilmente potrebbe arrivare in un momento meno opportuno, tra almeno tre crisi interconnesse: l'invasione dell'Ucraina, l'energia e l'inflazione". È il giudizio dell'Economist sulla crisi politica italiana, titolando sull'addio del "premier riformista".
Il mercato finanziario ovviamente già "prezza" la crisi di governo. Alta tensione per lo spread, salito fino a 232 punti, con un balzo di 19 punti rispetto alla chiusura di ieri, per poi ripiegare a 220 punti. Il rendimento del decennale italiano sfiora il 3,6% (3,58%), con
un aumento di 21 punti. Le Borse europee si mostrano intanto nervose e oscillano tra la parità e il territorio negativo, in attesa delle decisioni della Bce che annuncerà il rialzo dei tassi e lo scudo anti-spread.
Dal Pnrr alla legge di bilancio, dagli interventi per la riduzione del cuneo fiscale al salario minimo: sono molti i progetti in bilico sul crinale della crisi politica. Il cantiere del governo si ferma. Ma forse non completamente per le misure che l'urgenza del momento potrebbe richiedere, come il varo del decreto di fine luglio-inizio agosto che anche un governo che non è nella pienezza dei propri
poteri potrebbe/dovrebbe adottare per alleggerire il peso del caro energia sulle famiglie e sulle imprese. La fine anticipata
della legislatura, invece, manda in soffitta tutti i provvedimenti ora in Parlamento: dal ddl correnza alla riforma fiscale.
Pnrr: la complessa macchina del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che per l'Italia vale complessivamente 191 miliardi di fondi, è in un momento delicatissimo. Varate le norme per molti progetti si entra nella fase operativa. Nel primo semestre è stato centrato l'obiettivo di 45 progetti, necessari per richiedere la seconda tranche da 24 miliardi. Ora ne mancano 55 per la fine dell'anno, ai quali si aggiungono i progetti di riforma richiesti per ottenere una nuova tranche di anticipo del Pnrr
Bollette e benzina: la sterilizzazione di 30 centesimi delle accise dei carburanti - dalla benzina al gasolio - è stata prorogata al 21 agosto, salvando gli esodi clou dell'estate. Poi il prezzo, se non ci sono ulteriori interventi, tornerebbe "pieno". Durano solo fino a settembre e quindi dovranno essere rinnovati per l'ultimo trimestre dell'anno gli interventi sulle bollette di gas e luce, che hanno bloccato gli oneri di sistema. Nonostante la crisi questi provvedimenti potrebbero essere
adottati.
Manovra e pensioni: tra i nodi principali che un governo nella pienezza dei propri poteri deve affrontare c'è la messa a punto della manovra, attesa dopo l'estate, che dovrà prevedere un decalage del debito pubblico. Se si va alle urne il calendario richiederà deciso impegno. Il nuovo quadro di previsioni (la Nadef) deve essere approvato entro il 27 settembre ed è evidente che sarà comunque l'attuale governo a predisporre le previsioni a legislazione vigente. Poi entro il 15 ottobre queste vanno inviate all'Ue mentre il governo ha tempo fino al 20 dello stesso mese per il varo della legge di bilancio nella quale può valutare gli interventi da mettere in campo. Chiaro che le ipotesi di lavoro su taglio del cuneo o per la flessibilità in uscita delle pensioni sono ora in salita:
scade infatti Quota 102, oltre che l'Ape Sociale e Opzione Donna. L'attuale governo aveva ipotizzato di prorogare questi due ultimi meccanismi e stava studiando un nuovo regime per consentire una maggiore flessibilità in uscita.