Il debito delle amministrazioni pubbliche, a giugno, è salito a 1.972 miliardi di euro. Lo rende noto la Banca d'Italia nel supplemento al bollettino statistico, dedicato alla Finanza pubblica, fabbisogno e debito. A maggio, il debito era di 1.966 miliardi di euro, mentre ad aprile era di 1.949 miliardi di euro. Il debito delle amministrazioni pubbliche a giugno, in pratica, è aumentato di 6,6 miliardi rispetto al mese precedente, raggiungendo un nuovo massimo storico pari a 1.972, aumento dovuto principalmente all'incremento delle disponibilità liquide detenute dal Tesoro (di 10,3 miliardi, a 46,1) e a scarti di emissione (1,7 miliardi), che hanno più che compensato l'avanzo di 5,4 miliardi registrato nel mese.Quest'ultimo è stato ridotto (e di conseguenza il debito accresciuto) per 0,2 miliardi (1,4 miliardi nello stesso mese del 2011) dalla quota di pertinenza dell'Italia delle erogazioni effettuate dall'European Financial Stability Facility (EFSF). Al netto delle erogazione dell'EFSF, l'avanzo del mese sarebbe stato pari a 5,6 miliardi (2,6 miliardi superiore rispetto al corrispondente periodo del 2011).Nel complesso nei primi sei mesi dell'anno, fa sapere la Banca d'Italia, il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (47,7 miliardi) è stato superiore di 1,1 miliardi rispetto a quello registrato nel corrispondente periodo del 2011 (46,6 miliardi), aumento dovuto principalmente ai maggiori esborsi in favore degli altri Paesi dell'area dell'euro (pari, nel periodo di riferimento, a circa 16,6 miliardi, a fronte dei 6,1 nel 2011); le misure relative alla Tesoreria unica hanno comportato il riversamento da parte degli enti decentrati presso la tesoreria centrale di 9 miliardi, precedentemente detenuti presso il sistema bancario.
A GIUGNO BOOM DI ENTRATEA giugno le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono aumentate di 2,1 miliardi (5,8%) rispetto allo stesso mese del 2011. Nei primi sei mesi sono aumentate di 3,7 mld (+2,1%). Lo sottolinea Banca d'Italia precisando che ha influito l'incasso della quota di competenza dello Stato dell'Imu e la crescita dei proventi delle accise sulle risorse energetiche.