Il clamore provocato dal dieselgate sembra essere solo un ricordo. La distanza fra i consumi dichiarati e quelli che emergono nelle prove di guida reale infatti sembrano aumentare anziché diminuire da quando le auto sono nell'occhio del ciclone. Il gap - per le vetture vendute in Europa - per alcuni modelli toccherebbe ora addirittura il 42%, con discrepanze che, nel caso di Mercedes, avrebbe raggiunto il 54%. Questo almeno sostiene il rapporto diffuso nei giorni scorsi da Transport & Environment, una delle più note organizzazioni ambientaliste che ha esaminato il comportamento di vetture di 16 marchi diversi. La divergenza fra le cifre ottenute nei test in laboratorio e quelli nella vita di tutti i giorni cresce - secondo T&E - in maniera definita "incontrollabile", passando dal +9% del 2001 al +28% del 2012 e potrebbe raggiungere il 50% prima del 2020.
A registrare i risultati peggiori sono alcuni dei marchi “premium” (al secondo posto Audi con una differenza del 49% e Volvo, quarta con +47%) ma anche le piccole Smart evidenziano una distanza eccessiva dai dati ufficiali con consumi reali più alti del 49% rispetto a quelli ottenuti in fase di omologazione. I risultati migliori, nel gruppo testato da T&E, lo ottengono le vetture Fiat con una differenza del 35%.
Alla base di questa difformità di risultati, secondo l'organizzazione, non è solo l'evidente differenza di comportamento fra una guida in condizioni reali e le procedure seguite in laboratorio, ma anche l'abilità dei costruttori nello sfruttare i “buchi” consentiti dalle normative, in alcuni casi (dieselgate Volkswagen docet) anche attraverso l'utilizzo di dispositivi illegali. T&E propone addirittura una tabella con 20 “trucchetti” utilizzati dai costruttori in fase di test (dalla modifica della convergenza dei pneumatici al nastro adesivo applicato sulle sporgenze della carrozzeria), astuzie che giustificano una distanza di 24 punti fra i risultati in laboratorio e quelli della guida reale. Nel 2002 -ricorda T&E - queste “furbizie” permettevano miglioramenti di appena 5 punti. Ora molti di più.
Nel rapporto, l'organizzazione denuncia peraltro negli ultimi quattro anni un blocco dei passi in avanti sul fronte delle emissioni, visto che le performance reali - e peggiori - in materia di consumi si traducono in più elevate emissioni di CO2. Ma il rapporto punta anche il dito sui maggiori costi che questi consumi più alti comportanto per gli automobilisti. In media, secondo T&E, ogni anno il proprietario di un'autovettura spenderebbe 549 euro in più in carburante, rispetto a quanto gli costerebbe la stessa percorrenza secondo i consumi testati in laboratorio.
E' doveroso segnalare che Il Gruppo PSA (Peugeot-Citroen-Ds) e Opel si sono segnalati negli ultimi mesi per aver fatto della trasparenza in tema di consumi ed emissioni una loro bandiera, pubblicando i dati certificati da due enti indipendenti. Ma anche tutti gli altri costruttori saranno presto obbligati a uniformare i dati dichiarati alla realtà. Recentemente infatti il comitato tecnico veicoli a motore dei Paesi dell’Unione Europea ha dato seguito alle scadenze già previste dal regolamento del 2012 (dove veniva introdotta tra l’altro la soglia Euro 6), approvando e rendendo operative diverse misure preparate dalla Commissione Europea per modificare i test di omologazione. In particolare, il pacchetto in questione prevede l’estensione delle prove di consumo ed emissioni, da effettuarsi su strada e non più sui banchi a rulli, anche alla rilevazione delle emissioni di particelle (Pn): questo obbligherà pressoché tutte le Case a dotare di filtri antiparticolato specifici anche i mezzi a benzina a iniezione diretta, per poter rientrare nei limiti. L’introduzione di questi nuovi test avverrà a breve: da settembre 2017 sarà in vigore per i nuovi tipi di veicoli, e da settembre 2018 dovrà essere applicata per tutti i nuovi mezzi. Le prove di omologazione su strada, tra l’altro, dovranno includere l’incidenza dei movimenti a breve raggio con partenza a freddo (tipici della marcia in città), che inducono consumi superiori.