giovedì 3 aprile 2014
Per Confcommercio la stabilizzazione, «non riesce ancora a tradursi in una ripresa in grado di far ripartire il ciclo economico». Crolla il prezzo delle case.
La Bce lascia i tassi invariati
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L'indicatore dei Consumi Confcommercioregistra, a febbraio, una diminuzione dello 0,7% in termini tendenziali e una variazione nulla rispetto a gennaio "confermando l'avvio, in atto già da alcuni mesi, di una fase di stabilizzazione che, però, in assenza di miglioramenti sul versante occupazionale e del reddito disponibile, non riesce ancora a tradursi in una ripresa in grado di far ripartire il ciclo economico". La dinamica tendenziale dell'indicatore di febbraio riflette una diminuzione dell'1,0% della domanda relativa ai servizi e dello 0,6% della spesa per i beni. Variazioni positive, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, si rilevano per la spesa reale in beni e servizi per le comunicazioni (+4,3%), in beni e servizi per la mobilità (+1,4%, il secondo segno positivo nell'ultimo trimestre) e per i beni e servizi ricreativi (+0,4%). Le riduzioni più significative si sono registrate per gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa (-2,1%), i beni e servizi per la casa (-1,9%). Il dato di marzo relativo alle immatricolazioni a privati (famiglie) è ancora negativo a confermare che i miglioramenti del sentiment faticano a tradursi in incrementi della spesa.La variazione nulla del dato congiunturale è sintesi di un aumento dello 0,2% della domanda per la componente relativa ai servizi e una variazione nulla i beni. Relativamente alle singole macro-funzioni di spesa, in un contesto di generalizzata tendenza alla stabilità, solo per i beni e servizi per le comunicazioni si registra un incremento di un certo rilievo (+0,6%). Per quanto riguarda gli alimentari e le bevande, a febbraio la domanda si è mantenuta stabile. In termini di media mobile a tre mesi, l'indicatore rimane stabile.ISTAT: CROLLA IL PREZZO DELLE CASEIl 2013 segna un crollo nei prezzi delle abitazioni, scesi del 5,6% rispetto al 2012, quando il ribasso era stato del 2,8%. La diminuzione è quindi il doppio più intensa. Lo rileva l'Istat, ricordando la crisi del 'mattone', ovvero che il calo ''si è manifestato in presenza una flessione del 9,2%'' nelle compravendite.Il ribasso dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie (-5,6%) risente soprattutto del forte calo (-7,1%) registrato per le 'vecchie' case, definite dall'Istat come già 'esistenti', o meglio non più di 'prima mano'. Ma a scendere stavolta sono anche le quotazioni delle nuove costruzioni, appena messe sul mercato e fresche di vernice, in diminuzione del 2,4% (+2,2% nel 2012). Negli ultimi tre mesi del 2013 l'indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, è diminuito dell'1,3% sul trimestre precedente e del 4,8% nel confronto annuo. Lo rileva l'Istat, sulla base delle stime preliminari. ''Questo dato conferma una tendenza al calo congiunturale e tendenziale dei prezzi delle abitazioni in atto ormai da due anni'', spiega l'Istituto. Tuttavia rispetto al terzo trimestre del 2013, l'ultima parte dell'anno mostra un rallentamento della caduta, visto che in termini tendenziali tra luglio e settembre del 2013 la flessione era stata del (5,6%). Anche l'Istat parla, infatti, di ''calo tendenziale più contenuto''.
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