venerdì 3 febbraio 2012
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"Non si arresta a gennaio la crescita del tasso di inflazione che, ancora una volta, si attesta su livelli elevatissimi ed estremamente preoccupanti: +3,2%. Il segnale più allarmante proviene dall'aumento dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa, vale a dire quel paniere di prodotti che maggiormente vengono consumati dalle famiglie, il cui tasso è cresciuto del +4,2%". A denunciarlo sono Adusbef e Federconsumatori che calcolano con il livello di inflazione registrato dall'Istat che "le famiglie dovranno far fronte a una stangata di 928 euro annui".Aumenti gravissimi ed insostenibili per le famiglie, che, solo nel settore alimentare, sottolineano le due associazioni dei consumatori, "subiranno ricadute di oltre 201 euro annui a famiglia. Un andamento intollerabile se confrontato con le tendenze dei consumi, in continua contrazione persino nel settore alimentare (lo ricordiamo per l'ennesima volta, il comparto che per ultimo viene intaccato da una crisi). Questo andamento, in completa contraddizione con le normali logiche di mercato, che evidenzia perciò la presenza di evidenti speculazioni, non è l'unico elemento che 'non tornà".Infatti, secondo i dati dell'O.N.F. - Osservatorio Nazionale Federconsumatori, "i prezzi in pochi mesi hanno conosciuto una crescita ben più consistente, anche sulla spinta del continuo aumento dei carburanti (ovviamente al di là delle speculazioni che hanno avuto luogo in occasione del blocco dei tir)". L'inflazione, rileva le due associazioni dei consumatori, "rischia di avvicinarsi a fine anno tra il 4 e il 5%. Laperdita del potere di acquisto delle famiglie, di questo passo, sarà enorme, e questo non potrà che determinare conseguenze negative sull'intera economia, a partire dal versante della produzione". Per questo, concludono, "chiediamo al Governo di avviare controlli a tappeto su tutto il territorio per contrastare leintollerabili speculazioni che vanno avanti da tempo, concentrandosi soprattutto sui beni di largo consumo e sui carburanti ed accelerare i processi di liberalizzazione, rendendoli più incisivi".
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