lunedì 3 febbraio 2014
Nel periodo 2014-2016 l'aumento di imposizione previsto dalla versione finale della legge di Stabilità è salito a oltre 4,6 miliardi di euro. Famiglie sempre più povere  e consumi fermi.
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Con la legge di Stabilità il peso delle tasse sugli italiani nel triennio 2014-2016 è triplicato. Lo afferma Confcommercio sulla base dei dati Bankitalia, Istat e Cer. Secondo l'analisi, nel periodo 2014-2016 l'aumento di imposizione previsto dalla versione finale della legge di Stabilità è salito a oltre 4,6 miliardi di euro, rispetto agli iniziali 1,6 miliardi del disegno di legge originario. Di contro le famiglie sono sempre più povere (persi 18mila euro a testa di ricchezza) e i consumi fermi (-4,2% nel 2012).Solo per il 2014, osserva Confcommercio, da una previsione iniziale di maggiori entrate pari a 973 milioni, si è arrivati ad oltre 2,1 miliardi, con un incremento di quasi il 120%; per il 2015, si passa addirittura da una previsione di riduzione del carico impositivo (-496 milioni) ad un aggravio di 639 milioni; a fronte di questi aumenti. "Ancora una volta - afferma l'organizzazione dei commercianti - si conferma l'intenzione di continuare ad utilizzare la leva fiscale per far quadrare i conti pubblici invece di attuare quelle riforme indispensabili per sostenere famiglie e imprese e far ripartire l'economia".Nel 2012 la ricchezza netta pro capite - composta sia di abitazioni sia di strumenti finanziari, al netto dei debiti - è tornata ai livelli del 2002 perdendo, rispetto al massimoraggiunto nel 2006, oltre 18.000 euro a testa. Il reddito disponibile pro capite, tra il 2007 e la fine del 2013, ha subito una riduzione cumulata di oltre il 13% facendo, anche in questo caso, un grande balzo all'indietro tornando, al netto dell'inflazione, ai livelli della seconda metà degli anni '80.Confcommercio evidenzia come il "drammatico calo dei consumi registrato negli ultimi anni (-2,4% nel biennio 2008-2009 e -4,2% nel 2012) e le sue incerte prospettive anche per il 2014, sia una evidente, e preoccupante, cartina di tornasole di queste dinamiche della ricchezza delle famiglie".A questo proposito Confcommercio evidenzia come, al di là degli effetti della crisi, anche le modifiche intervenute nel lungo periodo sul versante della composizione delle strutture familiari incidano sui comportamenti di spesa. Rispetto a 35 anni fa la struttura della popolazione è fortemente cambiata: crescono i nuclei familiari monocomponenti, soprattutto quelli con anziani soli che in percentuale sono quasi triplicati, passando dal 5% del 1977 al 15,1% del 2012. Le coppie con figli sono ormai meno del 40% (erano quasi il 53% nel 1977 e comunque oltre il 44% nel 2000).Una popolazione sempre più anziana e composta da nuclei familiari sempre più piccoli sposta l'allocazione delle risorse verso le cure mediche, l'assistenza e i servizi alla persona. Questi cambiamenti della domanda - conclude Confcommercio - richiedono una risposta anche da parte delle imprese del terziario di mercato.
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