"La ripresa è, al momento, solo un fatto statistico. I segnali di crescita sono gravemente contraddittori e deboli". Lo ha dichiarato
Mariano Bella, direttore dell'ufficio studi di Confcommercio, in occasione della presentazione del rapporto sulle spese obbligate. I dati forniti da Confcommercio delineano il quadro di evoluzione della spesa e del benessere delle famiglie: "Il crollo dei consumi è finito - ha detto il direttore - abbiamo pianto il semino della ripresa, ma non vediamo ancora i germogli".L'incidenza delle spese obbligate sui consumi e sul potere d'acquisto delle famiglie è pesante. Secondo quanto si evince dal rapporto di Confcommercio, tra il 1992 e il 2013, la parte di consumi che le famiglie destinano a beni e servizi obbligati ha conosciuto un aumento costante di 8,3 punti percentuali, passando dal 32,3% al 40,6%. Un elevato contributo all'aumento dell'incidenza delle spese incomprimibili - sottolinea lo studio - deriva dall'abitazione, che comprende anche l'energia e gli affitti imputati. La quota di consumi che le famiglie destinano alla casa è passato, in poco più di 20 anni, dal 17,1% al 23,7%. Di conseguenza, la spesa che le famiglie orientano all'acquisto di beni commercializzabili (tra cui alimentari, abbigliamento, mobili e autovetture) ha conosciuto un crollo di circa 12 punti percentuali: dal 51,4% del 1992 al 39,6% del 2013. "Per questo motivo - ha spiegato Bella - il tessuto commerciale si riduce rapidamente. L'aumento dell'incidenza delle spese obbligate avviene perché i servizi sono offerti in situazioni di mercati non perfettamente concorrenziali. È, pertanto, necessario un intervento dello Stato sulle accise e le imposte indirette applicate sui servizi offerti, nonché sulla liberalizzazione di questi mercati, al fine di renderli meno vincolati da monopoli e, dunque, ridurre l'inflazione sui prezzi dei servizi e aumentare il benessere dei consumatori".