"Le imprese italiane corrono contromano e a occhi bendati", dice il
presidente di Confartigianato Giorgio Merletti "E sembra si faccia di tutto per
spingerci oltre confine per trovare condizioni normali per fare impresa: il
fisco italiano - aggiunge - tassa il 68,3% degli utili lordi d'impresa, in
Svizzera appena il 30,2%".
Perché chi guida il Paese "non comprende che l'artigianato e le piccole
imprese sono il cuore, le mani e l'intelligenza del made in Italy", aggiunge
Merletti. E la burocrazia ci costa 31 miliardi l'anno. Dall'inizio della scorsa
legislatura ad oggi, il Parlamento ha approvato 491 norme a contenuto fiscale,
100 all'anno, con l'immancabile corredo di decreti attuativi e circolari
esplicative. "Non possiamo più permetterci il lusso di indossare la maglia nera
in Europa per la pressione fiscale e burocratica. Vorremmo cominciare a scalare
la classifica. E non diteci che non ci sono risorse per cambiare le cose. Molti
interventi si possono fare a costo zero. Però bisogna volerlo", dice alla platea
degli artigiani. "E molto si può fare razionalizzando la spesa pubblica. Ma è
necessario saper risparmiare. E anche sul tema della cosiddetta spending review
occorre agire con buon senso e avendo ben presente un progetto complessivo.
Tutti i tagli lineari finora compiuti hanno generato risparmio a breve, ma sulla
lunga distanza hanno mostrato effetti depressivi non soltanto sull'azione della
p.a, ma anche sull'economia reale. Serve quindi un'azione strategica che
connetta e leghi tra loro tutte le politiche di semplificazione amministrativa,
in modo da ridisegnare sul serio e con ottica di lungo periodo i meccanismi di
gestione e decisione della Pubblica amministrazione".
Nel 2013 gli italiani pagano 38 miliardi in più di tasse, pari a 639 euro di maggiori imposte pro capite, rispetto alla media dei cittadini dell'eurozona. È quanto emerge da un rapporto dell'Ufficio studi di Confartigianato che spiega che il gap tra Italia e Europa è l'effetto dell'aumento della pressione fiscale che quest'anno in Italia raggiunge il 44,6% del Pil: si tratta di 2,4 punti in più rispetto al 42,1% registrato nella media dei Paesi dell'eurozona. Tuttavia, secondo il rapporto, se si considera il mancato gettito dell'economia sommersa, la pressione fiscale effettiva sale al 53,4% del Pil. Dal rapporto di Confartigianato emerge che le tasse pesano in modo particolare sui salari. In Italia il cuneofiscale che grava sul costo del lavoro di un dipendente non sposato e senza figli con retribuzione media è pari al 47,6%. È il sesto cuneo fiscale più oneroso tra i 34 Paesi più avanzati dell'Ocse.Tra le imposte più recenti che hanno innalzato la pressione fiscale su imprese e famiglie, l'Imu ha provocato tra il 2011 e il 2012 un maggiore prelievo sugli immobili di 14,5 miliardi. La Tares provoca un incremento del 28,1% del prelievo pro capite.Quanto alla burocrazia, nell'ultimo anno le pmi hanno speso in oneri amministrativi quasi 31 miliardi (30.980 milioni) equivalenti a 7.091 euro per impresa e pari a due punti di Pil.Gli ultimi 18 mesi sono stati particolarmente difficili per le imprese e per il Paese. Nei quasi 600 giorni chevanno da metà novembre 2011 a giugno 2013 il numero delle aziende italiane è diminuito dell'1%. È questo il dato denunciato dall'ufficio studi di Confartigianato oggi in assemblea. Di queste quasi 60mila imprese oltre 44mila e 300 sono imprese artigiane per un calo pari al 3%. Ancora Confartigianato sottolinea come il Pil siasceso del 3,4%, il credito alle imprese sia diminuito di 65 miliardi (-6,4%) e il debito pubblico sia salito di 122 miliardi (+6,4%).Confartigianato aggiunge che la pressione fiscale è aumentata di quasi due punti, la disoccupazione giovanile è aumentata dell'8,5%, i disoccupati totali del 30,9%, con una crescita di 728mila persone in cerca di lavoro.