Cresce l'interesse dei giovani per gli antichi mestieri - Archivio
A giugno è continuato l'aumento dell'occupazione nell'artigianato e nelle piccole imprese nonostante
l'insorgere di una serie di fattori economici e politici potenzialmente avversi alla crescita. A rilevarlo è l'Osservatorio lavoro Cna curato dal Centro studi della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa, che analizza a cadenza mensile le tendenze del mercato del lavoro nel comparto fin dal 2014. Rispetto a maggio l'occupazione si è incrementata dello 0,7%, il terzo miglior risultato degli ultimi 12 mesi. Su base annua, l'aumento è stato del 2,7%. Su questi dati ha influito in particolare l'andamento delle assunzioni, salite dell'1,8%. Ad alimentare tale risultato soprattutto posizioni lavorative non permanenti, in coerenza con le esigenze del mercato nel periodo estivo. Ma è significativa la quota di contratti a tempo indeterminato applicati ai nuovi assunti a giugno: ben il 16% del totale. Si tratta della maggiore percentuale registrata negli ultimi sei anni. A dimostrazione che il positivo andamento del mercato occupazionale di giugno non è determinato esclusivamente da esigenze stagionali, ma è legato anche a cicli economici con orizzonti temporali più lunghi. Si sta assistendo, infatti, a un ritorno agli antichi mestieri da parte delle nuove generazioni. La rivoluzione dell’artigianato parte da manualità e creatività: professioni qualificate in grado di offrire rilevanti opportunità occupazionali, anche se spesso considerate come seconda scelta nei percorsi accademici dei giovanissimi. Secondo i bollettini mensili del Sistema informativo Excelsior, realizzati da Unioncamere e Anpal, circa quattro aziende su dieci hanno avuto difficoltà a trovare i candidati per ricoprire i ruoli vacanti: complessivamente, nel primo semestre 2022, si parla di quasi un milione di posti di lavoro di difficile reperimento. Questa percentuale si alza se si va ad analizzare la categoria degli operai e artigiani specializzati: oltre il 50% delle aziende ha avuto difficoltà a trovare professionisti (si parla complessivamente di oltre 200mila figure qualificate nel solo primo semestre) sia per mancanza di professionisti, sia per preparazione inadeguata. Dati che preoccupano se teniamo conto che i Neet (i giovani tra i 15 e i 29 anni non occupati né inseriti in un percorso di istruzione/formazione) sono complessivamente più di tre milioni (il 25%), con una prevalenza femminile pari a 1,7 milioni secondo il recente report Neet working elaborato dal ministero per le Politiche giovanili. Dopo Turchia (33,6%), Montenegro (28,6%) e Macedonia (27,6%), l'Italia è il Paese con il maggior tasso di Neet in Europa. «È fondamentale intraprendere un percorso condiviso assieme agli istituti scolastici che possa portare all’incontro formativo tra le imprese artigiane del territorio e i giovani favorendo, al tempo stesso, l’occupazione», spiega Gino Di Luca, fondatore di Cameo Italiano, azienda leader specializzata nella creazione di camei su conchiglia. Proprio questa antica arte dell’incisione a mano su cameo sta vivendo una grande riscoperta da parte dei più giovani: una tradizione secolare originaria di Torre del Greco dove sono presenti famiglie che da generazioni tramandano i segreti di questa antica tecnica di lavorazione. Un’arte conosciuta e apprezzata in tutto il mondo nei diversi ambiti della creatività, fino al design, alla moda e all’arte contemporanea: proprio per questi motivi è stato promosso da Assocoral (l’associazione nazionale produttori di corallo e cammei) un comitato per candidare questa artigianalità a patrimonio culturale immateriale Unesco accompagnato da tutta la categoria e dalle istituzioni e dalla società torrese: “In un mondo dove la digitalizzazione e l’industrializzazione del gioiello hanno portato sul mercato oggetti prodotti in serie tutti uguali, il cameo di Torre del Greco rappresenta cultura, identità e unicità: «È la rivincita del lavoro artigianale, dell’incisione a mano e della creatività – sottolinea Di Luca –. Ogni gioiello che creiamo nei nostri laboratori è unico e irripetibile: stiamo parlando di una tecnica di lavorazione che è la stessa da oltre cent’anni che ripercorre valori e tradizioni della nostra terra». All’interno di Cameo Italiano sono presenti oltre 40 maestri incisori e per ogni nuovo assunto è previsto un periodo di affiancamento: grazie a questo percorso strutturato di crescita professionale, i ragazzi potranno imparare da vicino le tecniche di lavorazione e l’uso degli strumenti tecnici prima di diventare a tutti gli effetti dei maestri incisori e realizzare le proprie creazioni che poi saranno vendute in tutto il mondo. Cameo Italiano rappresenta solo un esempio di molte piccole e medie imprese che sono alla ricerca di profili altamente specializzati: i distretti conciari in Toscana, Veneto e Campania cercano conciatori per la lavorazione delle pelli; nelle aziende tessili mancano ricamatrici a mano ed esperte di uncinetto; intagliatori del legno, ornatisti del marmo e decoratori manuali sono sempre richiesti per le loro abilità manuali. Vediamo quindi quali sono, secondo un’indagine effettuata da Espresso Communication per Cameo Italiano sulle principali testate di settore, i dieci antichi mestieri artigiani più ricercati.
Conciatore di pelli – L’industria conciaria italiana è un’eccellenza manifatturiera conosciuta in tutto il mondo: tramite il processo di lavorazione si rende la pelle ed il cuoio un prodotto adatto all’uso quotidiano e durevole nel tempo.
Liutaio – Mestiere nato nell’epoca barocca, il liutaio si occupa di costruire e restaurare strumenti ad arco (come violini e violoncelli) e a pizzico (liuti, chitarre e mandolini). In Italia la culla di quest’arte è a Cremona mentre in Europa è rinomata la produzione artigianale di Granada.
Maestro incisore su conchiglia e corallo – La creazione del cammeo su conchiglia e corallo ancora oggi viene affidata alle sapienti mani di maestri artigiani che lavorano la materia secondo tecniche e tradizioni che hanno attraversato secoli di storia.
Ricamatrice a mano – Dalle mercerie alle grandi aziende, l’Italia si è sempre contraddistinta nel mondo per la qualità e il pregio delle ricamature per abbellire o impreziosire ogni tipologia di tessuto: lino, seta, lana, cotone.
Impagliatore – L’artigiano esperto nella lavorazione della paglia e del vimine crea sedie, cestini di varia grandezza e contenitori per damigiane. Mestiere tornato alla ribalta anche grazie alla riparazione delle sedute delle sedie che vengono prodotte industrialmente.
Tessitore – Sono diverse le aziende alla ricerca di tessitori in grado di utilizzare i telai per realizzare prodotti finiti direttamente dai filati. Una particolare categoria sono gli arazzieri che tramite un’antica tecnica di lavorazione realizzano pregiati articoli di tappezzerie per adornare le pareti.
Bombonierista – La riscoperta della manualità avviene anche attraverso le cerimonie. Gli italiani non hanno mai rinunciato a celebrare le proprie tradizioni (matrimoni, cresime, battesimi) e sempre di più le bomboniere sono delle piccole creazioni artigianali legate ad un momento felice.
Ornatista – L’artigiano specializzato in opere e lavori di pura ornamentazione è sempre stato una figura richiesta nel campo dei modellatori, intagliatori e incisori: grazie alle sue doti manuali è in grado di perfezionare e rendere unico un manufatto.
Lattoniere – Sono sempre di meno gli operai specializzati che lavorano le lamiere con utensili manuali o macchine piegatrici. I lattonieri sono in grado di realizzare lamiere, tubazioni, raccorderia e grondaie per l’edilizia e di riparare le carrozzerie delle autovetture.
Ramaio – Sebbene la produzione industriale abbia preso il sopravvento, ci sono ancora alcuni artigiani che realizzano pezzi di artigianato (una volta era pentolame da cucina) partendo da semplici fogli di rame che vengono tagliati, modellati con un martello e infine saldati tra loro.