La vicepresidente Ue Vestager annuncia indagine sui sussidi cinesi all'aziende dell'eolico - Reuters
Dopo le auto elettriche tocca alle pale eoliche. L'Antitrust di Bruxelles da mesi ha acceso i riflettori sui sussidi a pioggia concessi da Pechino alle case automobilistiche, e adesso ha deciso di vederci chiaro anche su un comportamento analogo del governo di Pechino per sostenere la produzione di turbine eoliche. Una prima ricognizione dello stato dell'arte era stata fatta in autunno ma oggi la vicepresidente dell’esecutivo Ue, nonché commissario alla concorrenza Margrethe Vestager, ha annunciato una "fase due". L'apertura di una nuova indagine sui sussidi, accompagnata da uno studio per lo sviluppo di parchi eolici in Spagna, Grecia, Francia, Romania e Bulgaria.
"La strategia di Pechino sui maxi-sussidi statali e le esportazioni è attuata in tutte le aree delle tecnologie pulite, dei microchip e oltre. Le nostre economie non possono assorbirla. Non è solo pericolosa per la nostra competitività: mette a repentaglio anche la nostra sicurezza economica", ha sottolineato Vestager. L'Europa e gli Stati Uniti, dipendono da paesi terzi per le tecnologie critiche e per le materie prime necessarie per produrle. “E in questo ambito, la Cina ha costruito una posizione forte, non sempre agendo in modo corretto", ha affermato Vestager, spiegando che "la Cina è allo stesso tempo un partner, un concorrente economico e un rivale sistemico" e "le ultime due dimensioni sono sempre più convergenti".
Il rischio è di diventare dipendenti. “Non possiamo permetterci di vedere accadere ad auto elettriche, energia eolica o chip essenziali quello che è successo ai pannelli solari" ha ribadito la vicepresidente della Ue.
Senza un cambio di passo l'ecosistema energetico europeo rischia di sviluppare una dipendenza dalla Cina entro il 2030 per l'eolico simile a quella che aveva dalla Russia per il gas prima dell'invasione dell'Ucraina. Mentre le aziende europee dell’energia eolica, da Orsted a Siemens Energy a Vestas, sono in difficoltà i costruttori cinesi sono molto solidi. Le tre principali aziende cinesi del settore – Goldwind, Envision e Windey – hanno installato più della metà delle turbine eoliche in patria. Da sola la Cina rappresenta il 58 per cento delle installazioni di energia solare e il 60 per cento delle installazioni di energia eolica a livello globale.
La crescita delle aziende cinesi, oltre alle tre grandi ci sono un'altra dozzina di realtà, è una consistente minaccia all’industria eolica europea, dato che le turbine made in China costano la metà di quelle occidentali e che potrebbero sempre più venire esportate all’estero. Nel 2018 le società europee controllavano il 55% del mercato eolico globale, ma nel 2022 sono calate al 42%; nello stesso periodo, quelle cinesi sono cresciute dal 37 al 56%.