Il mondo agricolo è più che preoccupato per le conseguenze dell'embargo russo nei confronti dei prodotti agricoli europei, decretato come risposta all'embargo deciso dall'Unione europea contro Mosca in seguito alla crisi ucraina.
In Lombardia c’è chi ha già ricevuto le disdette per le prossime consegne di grana padano, ma il problema riguarda quasi tutti i settori: dalla carne ai latticini, dai prosciutti al grana fino all’ortofrutta. E ora si chiede a Bruxelles di assumersi le su responsabilità.
“La situazione èo preoccupante – spiega Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Lombardia – serve un’azione a livello nazionale ed europeo per sostenere i comparti danneggiati. La Ue non si deve muovere in ordine sparso come spesso succede, ma fare sintesi rispetto alle posizioni che nei prossimi vertici verranno illustrate dai singoli paesi, compresa l’Italia che rischia di pagare un prezzo altissimo alle tensioni fra Mosca e l’Occidente”.
Nel 2013 l’export tricolore in Russia ha raggiunto i 706 milioni di euro e ora sso a rischio ci sono spedizioni di ortofrutta per un importo di 72 milioni di euro, carni per 61 milioni di euro, latte, formaggi e derivati per 45 milioni di euro e importi minori per il pesce. I danni diretti per il Made in Italy agroalimentare sono stimabili, secondo la Coldiretti, attorno ai 200 milioni di euro. Non solo: c'è il rischio che falsi spacciati per prodotti italiani, prodotti chissà dove, trovino via libera e invadano il mercato russo, visto che non è sempre obbligatorio indicare la provenienza in etichetta.
Per quanto riguarda la sola Lombardia nel 2013 l’export agroalimentare in Russia ha sfiorato i 123 milioni e nel primo trimestre di quest’anno aveva già raggiunto i 29 milioni di euro. "In un momento difficile come questo per l’economia - sottolinea Prandini - non è il caso di lasciare le aziende del settore in balia degli eventi. Come è stato deciso l’embargo, così la Ue deve decidere subito quali misure adottare per affrontare la ritorsione commerciale di Mosca, con anche uno scatto di reni da parte della politica italiana per spronare l’Europa ad agire in modo concreto per sostenere le imprese in questa situazione che si ripercuote principalmente sul comparto agroalimentare italiano”.