Prospettive preoccupanti per il mercato
del lavoro in Italia nei prossimi anni. Lo scenario tratteggiato
dal Cnel nel Rapporto sul mercato del lavoro 2013-2014 lascia
poco spazio all'ottimismo. Ridurre quel 12,3% di tasso di
disoccupazione sarà impresa ardua. "L'ipotesi di una discesa del
tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi, intorno al 7%,
sembra irrealizzabile perchè richiederebbe la creazione da qui
al 2020 di quasi 2 milioni di posti di lavoro". In pratica
l'occupazione dovrebbe aumentare dell'1,1% medio annuo. "Un
simile incremento - scrive il Cnel - potrebbe essere conseguito
soltanto se si manifestasse una forte discontinuità nella
crescita dell'economia italiana".
Più realistico un secondo scenario. Il Cnel stima che al 2020
un aumento dell'offerta di lavoro di circa 660mila persone e
anche se si tratta di un incremento "non eccessivo" è
"necessaria" una sufficiente domanda affinchè non si traduca "in
un aumento ulteriore della disoccupazione". Nello scenario
conservativo del Cnel si ipotizza di assorbire tutto l'incremento
dell'offerta di lavoro" così da mantenere il tasso di
disoccupazione al 12,3%. "Si tratta di un obiettivo minimo",
sarebbe sufficiente creare 582mila posti di lavoro entro il 2020,
un +0,4% in media all'anno, "un tasso di crescita che non appare
eccessivamente elevato e dunque plausibile in uno scenario di
interruzione della recessione".
Uno scenario intermedio prevede un tasso di disoccupati al 10%,
una tendenza in linea con il Def di aprile. Per il Cnel si tratta
comunque di un obiettivo che richiede "uno sforzo notevole" in
quanto comporterebbe la creazione di 1,2 milioni di posti di
lavoro entro il 2020. "Date le tendenze in corso - si legge nel
rapporto - tale esito sembra descrivere un'ipotesi ottimista".