G come Gran Sasso. Ma anche G come Classe G. Per maggiori informazioni rivolgersi direttamente a lei, a quell’auto assolutamente unica nel suo Genere (altra G da scrivere in maiuscolo) nata, a guardar bene oltre cent’anni fa, nel 1907 quando venne alla luce l’antesignano degli off-road della germanica Casa. Si chiamava Dernburg-Wagen e aveva addirittura quattro ruote sterzanti. E, oltre 100 anni dopo, la G (che poi sta per Geländewagen, che in tedesco significa, appunto, auto da fuoristrada) di Mercedes sta per vivere una seconda giovinezza con l’annuncio dell’arrivo, nel 2024, di una G con motorizzazione 100% elettrica e sempre più combattiva nell’off-road.
All’attacco quindi. O, meglio, al “Suv Attack” come Mercedes ha voluto battezzare l’arrampicata (sosta barbecue con arrosticini compresa) da Roma verso la cima del Gran Sasso all’insegna della libertà di sterzo e di sterrati che le "prime donne" a ruote alte della Stella permettono. In Abruzzo, nel Parco Nazionale, per testare le vetture pronte a tutto ma anche per trovare, nella piana simil Arizona e i Monti della Laga, teatro di numerose produzioni cinematografiche, la sorpresa di un esemplare unico, l’Alebri-G, che due artisti messicani, Maria e Jacobo Ángeles, hanno trasformato in un capolavoro di arte Zapoteca.
E se noi siamo arrivati con i nostri Cavalli è vero anche che, proprio qui, facevano pascolare i loro, quelli veri, Bud Spencer e Terence Hill nei vari “spaghetti western” anni Settanta e Ottanta ( “Sapesse quanti fagioli dovetti cucinare per loro” , ricorda il gestore del rifugio poco distante). E, sempre questa è stata la location recente de “Il Nome della Rosa” con Sean Connery e “ The American” con George Clooney. Insomma, se è vero che tutti i modelli Suv testati nell’arrampicata hanno “galoppato” in scioltezza, è altrettanto vero che la Classe G raccoglie al meglio la vocazione “alla lunga durata” della Casa della Stella: un 4x4 che, a 42 anni dal suo debutto, rinnova con la tecnologia di oggi, le sue doti di robustezza e la capacità di affrontare i percorsi più difficili mostrandoti che su di lei può contare. Sempre. Forse per questo che è stato scelto di trasformarne una in alebrije , figura tipica del folclore messicano che rappresenta uno spirito guida, sorta di angelo custode, che sostiene la vita di una persona. E le permette di continuare a viaggiare sotto una buona Stella