La
Cina svaluta a sorpresa lo yuan
per cercare di combattere il
rallentamento sempre più evidente
dell'economia. La Banca centrale ha operato
la maggiore
operazione degli ultimi vent'anni portando la quotazione
ufficiale della moneta nei confronti del dollaro a 6,2298
(-1,9%) specificando che si tratta di una misura 'una tantum'.
La Banca centrale di Pechino ha così
tagliato il suo tasso (che permette al mercato una oscillazione
giornaliera di circa il 2%) dopo che l'ancoraggio al dollaro ha
colpito duramente negli ultimi mesi le esportazioni del paese
asiatico. La mossa odierna, calcola la Bloomberg, è la maggiore
da quando il paese ha unificato, nel 1994, i tassi ufficiali e
di mercato dei cambi. Inoltre secondo quanto afferma la stessa
banca centrale, va nell'ottica di lasciare al mercato maggiore
disponibilità a determinare il cambio considerando alcuni
parametri come la domanda e l'offerta e il tasso di chiusura del
giorno precedente.
Se la svalutazione potrà frenare la fuga dei capitali e
rianimare l'export, la mossa colpirà tuttavia sia il potere di
acquisto dei consumatori cinesi su alcuni prodotti. La decisione delle autorità di Pechino arriva peraltro quando nella regione anche le monete dell'Australia, Corea del Sud e Singapore si sono deprezzate aumentando i rischi di una 'guerra
delle valutè che punti sulla svalutazione per rendere
competitiva l'economia.