Arriva la stretta della Ue sulle operazioni finanziarie più a rischio, soprattutto quelle che riguardano i debiti sovrani, minacciando la stabilità della zona euro. Vedi le vendite allo scoperto o le transazioni sul mercato dei derivati: come i credit default swap, assurti agli onori della cronaca col "caso Grecia". La Commissione Ue presenterà le sue proposte legislative mercoledì 15 settembre, mentre domani dall'Ecofin dovrebbe arrivare il via libera all'accordo sulla riforma della vigilanza. Meno scontata, invece, l'intesa sulla tassa sulle banche, che comunque domani sarà discussa dai ministri finanziari europei, come richiesto da Francia e Germania.Insomma l'Europa, che per il momento sembra guidare la ripresa economica con dati sulla crescita migliori di Usa e Giappone, cerca di non prendere terreno anche sul fronte del rafforzamento del sistema finanziario, dopo la grande riforma varata oltre Oceano dall'amministrazione Obama.Il calendario del commissario Ue ai servizi finanziari, Michel Barnier, da qui a fine anno è fitto di iniziative che intendono lasciare il segno, rinnovando a fondo il sistema finanziario europeo. L'accordo sulla vigilanza è oramai a un passo, dopo il compromesso raggiunto tra Consiglio e Parlamento Ue la scorsa settimana. Se l'Ecofin - superate definitivamente le resistenza britanniche - darà domani il suo ok alla riforma, il Parlamento europeo potrà votarla entro fine settembre. Dal primo gennaio 2011 nascerà così lo European Systemic Risk Board (Esrb), che sotto l'egida della Bce dovrà vigilare e lanciare gli allarmi sui rischi sistemici per la finanza europea. E nasceranno tre nuove autorità europee, una sulle banche, una sulle assicurazioni e una sui mercati, con poteri in alcuni casi vincolanti anche nei confronti delle autorità nazionali, soprattutto per quel che riguarda le controversie sui gruppi cross-border.Sarà proprio la nuova autorità sui mercati (Esma) che - secondo lo schema messo a punto dalla Commissione Ue - dovrà assicurare il coordinamento sul fronte della prevenzione delle pratiche finanziarie ritenute potenzialmente "dannose". Secondo quanto si apprende, si potrebbe arrivare, "in casi di emergenza", alla limitazione temporanea o al divieto delle vendite allo scoperto e dei credit default swap, soprattutto quando queste pratiche riguardano i titoli pubblici di uno Stato membro. Insomma, si vuole evitare in futuro che su questi temi ci siano fughe in avanti come quelle dei mesi scosi, vedi innanzitutto la stretta unilaterale sulle short selling decisa dalle autorità tedesche. Sempre l'esecutivo europeo, presenterà la settimana prossima un'altra iniziativa legislativa per aumentare la trasparenza sul mercato dei derivati, proponendo anche l'obbligo di registrazione per tutti i partecipanti e tutte le transazioni sul mercato dei derivati, che in gran parte oggi sfuggono a qualsiasi controllo.Per quel che riguarda la tassa sulle banche, infine, la Commissione Ue insiste su un contributo che gli istituti dovranno dare per la costituzione di un fondo di risoluzione delle crisi. Fortemente voluta da Parigi e Berlino, la tassa sulle banche, però, trova ancora forti resistenze. E - spiegano fonti diplomatiche - "resta molto lavoro da fare", con l'Ecofin di domani che affronterà la discussione solo in termini molto generali. Nessuna chance, invece - almeno per il momento - per l'ipotesi di una tassa europea sulle transazioni finanziarie. Nonostante l'insistenza della cancelliera tedesca, Angela Merkel, contrari sono moltissimi Stati, tra cui l'Italia. La stessa Commissione Ue, in un documento che domani sarà sul tavolo dell'Ecofin, mette in guardia dai numerosi rischi insiti nella proposta.