Continua l'effetto Brexit sui mercati finanziari europei mentre le borse del vecchio continente mandano in fumo altri 282 miliardi di euro. A tanto ammonta infatti la capitalizzazione di mercato persa nell'area euro, considerando un calo del 4,10% dell'indice paneuropeo Stoxx Europe 600 che valeva oltre 6.869 miliardi venerdì.
Ma c'è di più, se da una parte l'Inghilterra ha chiesto tempo per le procedure di uscita dall'Ue, la reputazione finanziaria inglese ha già pagato il risultato del referendum con l'uscita dalla prestigiosa categoria di rating a tripla A. Il temuto declassamento a seguito del voto per la Brexit è regolarmente arrivato: Standard & Poor's ha annunciato di aver ridotto di due gradini la valutazione creditizia del Paese, ora a AA dal precedente AAA. E si rischia si affondare ulteriormente, dato che l'agenzia ha puntualizzato di aver lasciato su "negativo" l'outlook, le prospettive di rating, preludio di possibili futuri ulteriori declassamenti.
Con una nota, S&P rileva che il voto spinge il Regno in una situazione "meno prevedibile meno stabile e efficace". Inoltre il declassamento "riflette i rischi di un marcato deterioramento delle condizioni di finanziamento esterne, alla luce del fabbisogno estremamente elevato". In più, prosegue S&P il voto in senso opposto, pro "Remain", di Scozia e Irlanda del Nord crea ulteriori "incognite costituzionali". Il tutto mentre oggi la sterlina ha ceduto un ulteriore 4 per cento sul dollaro e la Borsa di Londra ha subito ulteriori ribassi, un meno 2,55 per cento dell'indice Ftse con vendite ancora aggressive sulle banche, Barclays ha subito un meno 17,35 per cento, Royal Bank of Scotland meno 15,10 per cento.