Apertura di settimana in rialzo per la Borsa di Milano - Ansa
Le Borse europee rimbalzano dopo il crollo di venerdì legato ai timori per la nuova variante individuata in Africa. I mercati sono pronti a scommettere che Omicron avrà un impatto meno impegnativo di quanto si prevedeva inizialmente. Mentre sono in corso le valutazioni sanitarie l'attenzione degli investitori si concentra sulle prossime mosse delle banche centrali, in particolare della Fed, per sostenere la ripresa economica, anche alla luce dell'andamento dell'inflazione. Avvio di seduta in rialzo per Francoforte (+1,06%), Parigi (+1,36%), Madrid (+1,01%) e Londra (+0,8%). Piazza Affari con l’1,1% è in linea con gli altri listini del vecchio continente. In sofferenza le borse asiatiche con chiusura in netto calo per Tokyo (-1,63%), Hong Kong (-1,2%), Shanghai (-0,2%) e Seul (-0,9%).
Venerdì scorso è stato un vero e proprio black friday per Wall Street e le borse europee che hanno bruciato 390 miliardi, perdendo in media il 4%. La Banca centrale europea cerca di rassicurare gli investitori. Secondo alcuni osservatori internazionali, Omicron sta minacciando una vivace ripresa economica e potrebbe mettere in pericolo i piani della Bce e di altre banche centrali globali per ridurre il piano di stimoli. Ma il presidente della Bce Christine Lagarde, il suo vice Luis de Guindos e il governatore francese Francois Villeroy de Galhau lo hanno escluso. «C'è un'ovvia preoccupazione per la ripresa economica nel 2022, ma credo che abbiamo imparato molto – ha detto ieri Lagarde – conosciamo il nostro nemico e le misure da prendere. Siamo tutti meglio attrezzati per rispondere al rischio di una quinta ondata o della variante Omicron».
A pesare sulla ripresa sono però anche alcuni problemi strutturali come il caro energia. L’Istat ha certificato per il mese di ottobre 2021 un aumento dei prezzi alla produzione dell'industria del 7,1% su base mensile e del 20,4% su base annua spiegando che «la forte crescita dei prezzi» è spinta «dai rialzi dei prezzi dei prodotti energetici, particolarmente marcati sul mercato interno, dove si rilevano aumenti eccezionali per energia elettrica e gas».
In sofferenza l’industria tedesca. A novembre il 74,4% delle imprese che ha lamentato problemi nell'approvvigionamento di materie prime, in aumento di 4 punti percentuali rispetto a ottobre. L'istituto Ifo con sede a Monaco di Baviera ha spiegato che la sua indagine sulle aziende tedesche ha riscontrato strozzature di fornitura più acuti in tutti i settori. In crisi l'export tedesco di autovetture per mancanza di chip nell'industria automobilistica e altre strozzature nelle forniture. Secondi i dati dell'Ufficio federale di statistica, le esportazioni sono calate del 17,2% da luglio a settembre, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, attestandosi sui 23 miliardi di euro.