mercoledì 8 luglio 2015
​Hong Kong chiude con un -8%, il peggior dato dall'ottobre del 2008 quando fallì la Lehman Brothers. Timori di un contagio dall'Asia alla Grecia.
La "bolla", una pacchia per chi specula di Marco Girardo
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​Seduta in profondo rosso per le Borse asiatiche con Tokyo in calo del 3,1%, Shanghai del 5,4% e Shenzhen del 2,54%. In chiusura di seduta il record negativo spetta ad Hong Kong: l'indice Hang Seng cede il 7,7% dopo aver toccato un minimo dell'8,3%. Si tratta del peggior calo dall'ottobre 2008, stagione del fallimento della Lehman Brothers. Sui listini pesano i timori che il crollo delle borse cinesi e un'eventuale uscita della Grecia dall'eurozona possano intaccare l'economia globale.  Le autorità cinesi hanno annunciato una serie di misure di sostegno al mercato dopo che il crollo degli indici delle principali Borse. Il governo ha ordinato alle compagnie statali di comprare azioni, ha aumentato la quantità di azioni che le compagnie di assicurazioni possono acquistare e ha promesso di continuare a fornire liquidità a credito agli investitori.    Dopo una crescita del 150% in un anno a partire dal giugno 2014, il 12 giugno di questo anno è iniziato nelle Borse di Shanghai e Shenzhen un crollo che sembra inarrestabile, che ha colpito soprattutto i piccoli investitori e quelli giunti negli ultimi mesi sul mercato. In precedenza più di 1.400 imprese, cioè più della metà di quelle quotate a Shanghai e Shenzhen, hanno chiesto la sospensione della vendita delle loro azioni nel tentativo di contenere le perdite.
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