Crescono i collaboratori over 55 in azienda - Intoo
Secondo i dati Istat di dicembre 2023 gli over 55 occupati in Italia sono cresciuti del 15% rispetto al 2022 e sono destinati ad aumentare. Con un profilo professionale su due che non si trova, le aziende devono approcciare il tema della longevità quanto prima per mantenere la propria competitività e per aiutare le loro persone ad affrontare una pianificazione a 360 gradi, allungandosi la vita media ma con assegni pensionistici sempre più bassi. Si tratta cioè di stimolare consapevolezza sulle tre aree principali da riprogettare, sul piano della salute, dei risparmi e delle competenze per l’ultima fase della vita lavorativa e per quella successiva all’uscita dal mondo del lavoro, legata alla sfera personale. In questo contesto Intoo, la società di Gi Group Holding, segnala cinque linee guida per le aziende per approcciare al meglio la longevità:
Si riduce il tempo di ricollocamento per gli over 50
Si riduce il tempo medio di ricollocazione per chi ha perso il proprio lavoro e chiede un aiuto per ritrovarlo: nel 2023 sono bastati quattro mesi per trovare un nuovo impiego, il 5% in meno rispetto all’anno precedente. Ad affermarlo è il Report di Uomo e Impresa, la società di Outplacement del Gruppo Umana, che realizza annualmente un’indagine nazionale sul supporto individuale alla ricollocazione professionale, analizzando i profili delle persone coinvolte nelle attività di reinserimento lavorativo e consulenza di carriera. Le statistiche evidenziano che, in relazione al 2022, è quasi triplicato il numero di persone che si sono ricollocate attraverso un’attività autonoma, passando dal 10% al 30%. La ricollocazione con rapporti a tempo determinato è rimasta stabile, mentre è calata quella con contratti a tempo indeterminato. Gli uomini che hanno cercato un nuovo lavoro nel 2023 (56%) hanno superato le donne (44%), in controtendenza rispetto all’anno precedente. Come spiegano gli specialisti di Outplacement e career coach di Uomo e Impresa, a essere ricollocati in maggior numero sono stati gli over 50, passati dal 53% al 59% del totale. È cresciuto il numero degli under 40 (dal 15 al 18%), mentre sono diminuiti i 40enni e 50enni che hanno cercato di reinserirsi nel mondo del lavoro (dal 32 al 23%).
I candidati che si sono rivolti a Uomo e Impresa per riprendere l’attività lavorativa hanno perlopiù un’età matura e sono in prevalenza impiegati (40%), seguiti da dirigenti (26%), quadri (24%), operai (10%) e provengono soprattutto dall’Area Commerciale/Marketing (29%), ICT (18%), Amministrazione (16%), Operation (15%) e Produzione (14%). I principali settori di ricollocazione sono stati: Metalmeccanico, Impianti, Elettronica (25%), Commercio e Servizi (16%), ICT (15%), Tessile (15%) e Alimentare (14%).
Opportunità per il settore bancario
Nell’era della Silver Economy le persone over 50 stanno diventando sempre più coinvolte nella digitalizzazione, ma esiste ancora un divario digitale che può portare all'esclusione di parte di questa fascia della popolazione all'accesso a servizi essenziali se non opportunamente progettati. È quanto emerge da un’analisi condotta da Ntt Data. La Silver Economy si riferisce al mercato globale di prodotti e servizi che soddisfano le esigenze dei consumatori anziani, appartenenti al target over 50, con un sotto cluster di over 75.
«Le stime demografiche a livello mondiale attestano un progressivo invecchiamento della popolazione, delineando un panorama in cui le abitudini quotidiane e i modelli di consumo subiranno una trasformazione radicale. Relativamente all’Italia, le stime Istat suggeriscono infatti che entro il 2050 gli over 65 rappresenteranno circa il 35% della popolazione italiana. Entro il 2050, dunque, più di tre italiani su dieci avranno oltre 65 anni - spiega Luca Pozzoli, vice presidente Practice Leader Banking & Payments, Consulting di Ntt Data Italia -. La nostra analisi rivela che la Silver Economy rappresenta una grande opportunità ancora inesplorata anche per il settore bancario. Dall'assistenza finanziaria per la salute e il benessere degli anziani alla gestione del risparmio e degli investimenti a lungo termine, le possibilità sono immense. È tempo per le istituzioni bancarie di agire e capitalizzare su questa tendenza demografica in rapida crescita. Tuttavia, l’offerta di prodotti e servizi dedicati al segmento silver, riconducibili esclusivamente alla sfera finanziaria, non è sufficiente a soddisfare le diverse esigenze di questo cluster. Occorre infatti proporre o aderire ad iniziative di carattere sociale con l’obiettivo di garantire una maggior inclusione e comprensione dei bisogni delle persone anziane, coniugando dunque la banca al concetto di benessere».
Dal benchmark di mercato, emerge come il crescente interesse verso la Silver Economy abbia indotto molti player del settore bancario a integrare nelle loro offerte prodotti e servizi dedicati al cluster Silver quali ad esempio fondi pensione, polizze salute, conti correnti dedicati, finanziamenti agevolati, consulenza su investimenti e programmi assicurativi. Inoltre emerge come la popolazione Silver giochi un ruolo attivo nella società, con elevate capacità di spesa e una resilienza notevole durante le crisi economiche.
Ma quali sono le abitudini e le preferenze della popolazione Silver all'interno del panorama digitale? Per rispondere a questa domanda, è stata condotta un’analisi su un campione rappresentativo di 60mila account social pubblici, selezionati in base a specifiche caratteristiche demografiche, tutti gestiti da utenti italiani con età superiore ai 50 anni.
Dall'analisi dei contenuti pubblicati su questi account, insieme ai metadati forniti dalle piattaforme social, emerge una predilezione di questi cluster over 50 per le app di messaggistica istantanea e social network e dunque un’inclinazione verso la comunicazione digitale e l'interazione sociale. Nel dettaglio, l’82% del campione usa quotidianamente i social media e piattaforme come Facebook e YouTube sono centrali nelle loro routine quotidiane. Sotto il profilo finanziario, il 97% possiede un conto bancario, e una considerevole maggioranza (70%) si dichiara soddisfatta del proprio istituto bancario. Il 65% preferisce consultare un personal advisor per questioni finanziarie, suggerendo una preferenza per un approccio più personale nella gestione delle finanze. Soltanto il 18% del campione considera probabile cambiare banca, mentre il 45% lo ritiene improbabile, indicando un alto livello di fedeltà al proprio istituto. I servizi bancari più apprezzati includono l'ampia gamma di servizi digitali come app e online banking, la trasparenza e la qualità dei consigli ricevuti, seguiti dalla sicurezza.
I dati elaborati evidenziano dunque le peculiarità di questo cluster, enfatizzando gli aspetti sui quali le banche dovrebbero concentrarsi per cogliere al meglio le opportunità per il settore: sicurezza e affidabilità, le istituzioni finanziarie devono enfatizzare la sicurezza nelle comunicazioni di marketing, dimostrando l'impegno nella protezione dei dati e dei fondi dei clienti, soprattutto in un'era di crescenti preoccupazioni per la sicurezza informatica. Personalizzazione e flessibilità, il cluster senior apprezza la personalizzazione e la flessibilità nei prodotti e servizi finanziari, riflettendo il desiderio di apprendimento e autonomia decisionale. Bilanciamento tra tecnologia e consulenza umana: gli over 50 mostrano una preferenza per la tecnologia, ma anche il bisogno di una consulenza esperta. Le banche dovrebbero dunque integrare strumenti digitali avanzati, come i robo-advisor, con opportunità di interazione umana. Creare una strategia che combini piattaforme self-service con la disponibilità di consulenti finanziari potrebbe migliorare l'esperienza del cliente e aumentare la fiducia. Approccio prudente all’innovazione tecnologica: gli over 50 sono dunque aperti alle innovazioni, ma preferiscono adottare tecnologie con una traccia di successo comprovato. La banca dovrebbe pertanto adottare un approccio informativo ed educativo nell'introduzione di nuove tecnologie, sottolineando la facilità d'uso, i benefici e la sicurezza per superare eventuali esitazioni e stimolare l'adozione.
Il progetto del Consorzio Elis
Includere per crescere è il titolo del progetto del Consorzio Elis intorno a cui si svilupperanno le principali linee di azione nei prossimi mesi. L’obiettivo è duplice. Da una parte, sostenere persone che sono a rischio di esclusione dal mercato del lavoro e renderle protagoniste della creazione di sviluppo e valore attraverso il loro inserimento nelle aziende che aderiscono al progetto. Nello specifico, Includere per crescere si rivolge a madri costrette a lasciare la professione per incompatibilità con esigenze famigliari, a persone immigrate o rifugiate, over 55, detenuti e persone con neurodivergenze. Un secondo filone di attività è destinato alle imprese sociali, per favorire il loro incontro con le aziende che aderiscono al progetto e stimolare l’avvio di collaborazioni per la fornitura di prodotti e servizi. È disponibile online la piattaforma per persone e imprese interessate a candidarsi: www.elis.org/includerepercrescere.
Alle persone che beneficeranno del progetto, il Consorzio garantirà attività di formazione e di mentoring per sostenere la propria candidatura alle posizioni vacanti rilevate dalle aziende. Le persone assunte saranno poi ulteriormente seguite nel percorso d’inserimento professionale. In parallelo, verranno svolte attività all’interno delle aziende stesse, per potenziare la cultura dell’inclusione e favorire l’accoglimento dei nuovi colleghi con un’adeguata organizzazione del lavoro.
Sul fronte delle iniziative dedicate alle imprese sociali, il progetto prevede un processo finalizzato all’incontro tra bisogni aziendali e ritorni social impact. Le aziende che aderiscono si impegnano a identificare i propri bisogni di prodotti e servizi, con attenzione a promuovere obiettivi come riqualificazione territoriale, benessere delle persone, economia circolare, multiculturalismo, accessibilità digitale. In risposta ai bisogni individuati, il Consorzio selezionerà le imprese sociali capaci di rispondervi. Lo farà attraverso una “call4impact” che valuterà in particolare la loro solidità organizzativa e la qualità dei prodotti e servizi offerti. Questo metterà il mondo imprenditoriale in connessione più stretta con realtà sociali, realizzando un beneficio per tutti i soggetti coinvolti, con l’obiettivo di fare azienda in modo concretamente sostenibile.