L'agricoltura è uno dei principali ambiti di applicazione delle biotecnologie - Ansa
Le Scienze della vita e la bioeconomia rappresentano un quinto del Pil italiano con 700 imprese attive, un fatturato totale di oltre 11 miliardi di euro e 1,7 miliardi di investimento in Ricerca e Sviluppo. Nel futuro a medio termine avranno un ruolo sempre più importante nell’economia mondiale. Secondo l'Ocse l'80% dei farmaci sarà biotech entro il 2030 così come il 35% dei prodotti chimici e industriali e la metà dei prodotti agricoli. È questa la fotografia emersa nel corso del convegno «Biotech, il futuro migliore. Per la nostra salute, per l'ambiente, per l'Italia» organizzato da Federchimica Assobiotec, in collaborazione con StartupItalia, e dedicato alle biotecnologie, settore in cui le scienze della vita (biologia, agricoltura, salute) incontrano la tecnologia e che ha come obiettivo la ricerca di soluzioni innovative a problemi nuovi.
Riccardo Palmisano, presidente di Assobiotec, associazione che rappresenta circa 130 imprese e parchi tecnologici e scientifici nei diversi settori di applicazione dalla salute, all’agricoltura ai processi industriali ha sottolineato come sia «imprescindibile lavorare nel biotech per il nostro futuro». In particolare, a proposito del settore agricolo ha ricordato come ci sia bisogno di produrre di più, di non deforestare. Come fare? Utilizzando ad esempio la biotecnologia per creare semi per coltivazioni resistenti alla siccità e ai parassiti. Palmisano ha poi fatto riferimento alla interconnessione e alla competitività delle imprese. «Mai come in questa pandemia ci siamo resi conto che un contagio animale-uomo nel mercato di una città cinese di cui non abbiamo mai sentito parlare fa chiudere un bar nel centro di una città del nostro Paese. Siamo veramente interconnessi. La salute dei nostri vicini – ha detto Palmisano – è fondamentale anche per la nostra». Per Palmisano l'interconnessione ha assunto un valore molto più concreto dopo la pandemia. «La salute è il presupposto per poter lavorare, a sua volta il presupposto per poter crescere, e di conseguenza poter investire in energie rinnovabili e pulite. E creare così il Pianeta di domani». Si tratta di un’occasione che l’Italia non deve perdere. «Dobbiamo giocare il nostro ruolo come Paese e lavorare per il PIL e l'occupazione qualificata» ha concluso Palmisano.