Si chiude senza intesa il vertice straordinario di Bruxelles dedicato al bilancio 2014-2020. Lo riferiscono fonti diplomatiche a margine del summit, sottolineando che i 27 hanno fatto proprie le parole di Jean Claude Juncker secondo il quale "non ci sono né vincitori, né vinti". Il vertice, secondo le stesse fonti, ha affidato al presidente del Consiglio Ue Herman Van Rompuy il "mandato" di presentare una nuova bozza di compromesso che sarà discusso in un successivo vertice.
"Più che con Cameron, ora il problema è tra Merkel e Hollande". Così fonti europee vicine al presidente Van Rompuy definiscono la situazione all'inizio della seconda giornata del vertice sul bilancio pluriennale dell'Unione Europea. Ormai, riferiscono le fonti, "la distanza tra minimalisti e massimalisti è di noccioline, la questione è politica, non economica" e precisano che "con la proposta sul tavolo, da 970 miliardi, Cameron in termini reali rispetta tecnicamente quanto gli chiede il suo Parlamento".Le fonti precisano che Van Rompuy "non getta la spugna" e cercherà di chiudere l'accordo senza rinvii: "Non c'é motivo: tutti conoscono le posizioni e non possono cambiare da qui a gennaio". Tra quelli che vengono definiti "massimalisti" ci sono Francia, Italia, Spagna ed i paesi dell'est, tra i "minimalisti" Gran Bretagna, Svezia e Olanda. La distanza è quantificata nello "0,05% del pil" ovvero circa 20 miliardi, spalmati in sette anni e divisi tra 28 paesi (a luglio 2013 entrerà la Croazia)."Penso che non ci sono stati progressi sufficienti in questa fase". Lo ha detto il primo ministro Gb, David Cameron, commentando la nuova proposta di bilancio 2014-2020 presentata ieri sera dal presidente dell'Ue Herman Van Rompuy. "Abbiamo bisogno di tagliare le spese che non possiamo permetterci. Questo è ciò che deve accadere qui", ha detto Cameron arrivando al Vertice Ue nella seconda giornata dei lavori.
MARATONA SENZA ACCORDOQuattordici ore di incontri bilaterali e un'ora di vertice per cercare di avvicinare le posizioni dei 27 leader sul bilancio 2014-2020. Giusto il tempo, per il presidente Ue Herman van Rompuy, di presentare ai leader riuniti in plenaria dalle 23, con tre ore di ritardo sulla tabella di marcia prevista, una nuova bozza di compromesso che cerca di venire incontro alle proteste di Italia e Francia contro i tagli alla politica agricola e ai fondi di coesione. La nuova proposta è stata consegnata ai 27 durante la cena, al termine della quale Van Rompuy ha 'sciolto' il Vertice per consentire ai leader una notte di riflessione. La plenaria tornerà a riunirsi a mezzogiorno. Per tutta la notte gli 'sherpa' continueranno a negoziare. Poi, con la colazione riprenderanno i bilaterali. Van Rompuy scommette sulla possibilita' di un'intesa con una proposta che prevede 11 miliardi in piu' per le politiche di coesione (a favore delle regioni piu' svantaggiate) e 7,7 miliardi in piu' per l'agricoltura. Il saldo finale resta però invariato (80 miliardi in meno rispetto al totale di 1.091 miliardi proposto dalla Commissione Ue) perchè diminuiscono di 13 miliardi i fondi destinati allo sviluppo: 5 riguardano le grandi reti e 8 la ricerca e l'innovazione. Van Rompuy ha inoltre proposto di ridurre di 1,6 miliardi i fondi per la giustizia e la sicurezza e di 5,5 miliardi i fondi per la politica estera mentre non e' stato modificato lo stanziamento per le spese amministrative. Cauto il commento italiano. ''Stiamo valutando, sarebbe prematuro esprimere un giudizio a questo stadio'', ha detto il premier Mario Monti, lasciando il summit Ue. ''Notiamo anche segnali di attenzione sul fronte di politiche di coesione e agricola comune, attenzione rispetto alle considerazioni fatte valere dall'Italia''. Rispondendo a una domanda sulla possibilità di un veto italiano, Monti ha poi ribadito che ''se l'Italia si ritenesse significativamente insoddisfatta non esiterebbe a votare contro''. Per meglio negoziare, il premier e' giunto a Bruxelles con i ministri per gli affari europei Enzo Moavero, dell'agricoltura Mario Catania e per la coesione territoriale Fabrizio Barca.