venerdì 18 giugno 2021
Inps, Banca d'Italia e Agenzia delle Entrate propongono il conto dei bonu da 600 euro e altri aiuti. Il costo complessivo è stato di 8,9 miliardi di euro
Un panettiere, una delle categorie che ha potuto ricevere gli aiuti pubblici

Un panettiere, una delle categorie che ha potuto ricevere gli aiuti pubblici - CC David Julien via Piaxabay

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Gli interventi di aiuto ai lavoratori autonomi nei mesi più duri della pandemia sono costati complessivamente 8,9 miliardi di euro, a cui si aggiungono 4,8 miliardi di contributi diretti alle imprese, per un totale di 13,7 miliardi. Il bilancio delle “misure a tutela di coloro che svolgono attività di impresa nel 2020” elaborato da Banca d’Italia, Inps e Agenzia delle Entrate offre, per la prima volta, il conto totale degli interventi a sostegno degli autonomi: il bonus Inps da 600 introdotto con il decreto Cura Italia e il contributo a fondo perduto, legato alle perdite di fatturato, erogato dall’Agenzia delle Entrate a partire dal decreto Rilancio.

L’Inps ha erogato bonus da 600 euro per un totale di 3,4 miliardi. A ricevere questo contributo sono stati soprattutto imprenditori del commercio (901 milioni), della manifattura (540 milioni) e delle costruzioni (440 milioni di euro). Le persone che hanno avuto il solo bonus Inps sono state 1,1 milioni: sono autonomi che avevano il requisito per i 600 euro ma non avevano subito i cali di fatturato necessari per ottenere l’aiuto dell’Agenzia delle Entrate. Sono invece 782mila gli autonomi che hanno avuto solo il bonus dell’Agenzia delle Entrate, mentre 1,8 milioni di autonomi hanno avuto entrambi gli aiuti.

In media gli autonomi hanno ricevuto 2.440 euro: generalmente i 1.200 euro di bonus Inps per marzo e aprile 2020, più altri 1.200 euro di aiuto dell’Agenzia delle Entrate. Circa l’85% degli iscritti alla gestione speciale dell’Assicurazione Generale Obbligatoria dell’Inps, quella dedicata agli autonomi, ha aderito al bonus da 600 euro. Il 13,5% di quelli che hanno ottenuto il bonus, circa 390mila persone, non avevano versamenti contributivi almeno dal 2017, ma per procedere con rapidità in questo aiuto di emergenza la legge non ha previsto la regolarità contributiva come requisito per ottenere l’aiuto.

A livello geografico, la Lombardia è la prima Regione per incasso dei bonus Inps e Agenzia delle Entrate (2,4 miliardi complessivi), seguita da Veneto (1,2 miliardi), Emilia Romagna (1,1 miliardi) e Piemonte (1 miliardo).

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