Mentre sempre più si sente discutere – soprattutto in Germania – del cosiddetto "Grexit", l’uscita della Grecia dall’euro, ieri si è aggiunta una nuova rivelazione che ha ulteriormente rinfocolato le polemiche. Il
Financial Times ieri citava un documento interno del governo greco in cui prospetta il rinvio dal 2014 al 2016 dei termini di attuazione dei nuovi tagli da 11,5 miliardi chiesti ad Atene da Bce, Commissione Europea e Fmi. Secondo il giornale, il premier ellenico Antonis Samaras – che sarà a Berlino il 24 agosto e a Parigi il 25 – vorrebbe far valere i ritardi dovuti alle elezioni ma soprattutto la congiuntura economica ulteriormente peggiorata. Ci sarebbe inoltre un altro "buco" da 20 miliardi di euro che però Atene vorrebbe tappare senza un terzo programma di aiuti. Una conferma indiretta è arrivata da un giornale greco, Ta Nea, secondo il quale Samaras non chiederà formalmente il rinvio, ma ne discuterà "a livello politico" con la Merkel e con il presidente francese François Hollande.L’idea ha lasciato fredda Bruxelles, che non si sbilancia. «La Commissione europea non ha ricevuto alcuna richiesta da parte del governo greco per l’allungamento dei tempi del programma di austerità» ha dichiarato Olivier Bailly, uno dei portavoce dell’esecutivo Ue. «Non facciamo alcuna illazione sui cambiamenti che potrebbero essere fatti» ha aggiunto, sottolineando che la troika (Bce-Ue-Fmi), che tornerà ad Atene per restarci, probabilmente, tutto il mese, dovrà valutare in particolare il piano preparato dal governo per i tagli di spesa per 11,5 miliardi. Una valutazione da cui dipenderà l’effettivo versamento di una nuova tranche di 31,5 miliardi di aiuti, bloccata da giugno. Bailly ha inoltre confermato che il 22 agosto sarà ad Atene il presidente dell’eurogruppo Jean-Claude Juncker.Con una certa irritazione ha reagito Berlino, che comunque ha detto di voler prima vedere i risultati della troika. «Il governo federale si riconosce pienamente nel memorandum d’intesa – ha sottolineato il portavoce della Merkel, Steffen Seibert – Atene deve rispettare gli impegni presi». «Non si può concedere nessuno sconto sulle riforme – ha commentato anche il vicecancelliere e ministro dell’Economia Philipp Rösler durante il programma televisivo Morgenmagazin – bisogna mantenere le regole concordate, ne va della credibilità dell’Eurozona di fronte anche ad altri Paesi». L’unico che ha mostrato una maggiore disponibilità è stato il ministro degli Esteri Guido Westerwelle, predecessore di Rösler alla guida dei liberali: «Bisogna tener conto – ha detto – del tempo perso per le elezioni greche». Si parla però di pochi mesi e non di due anni, e oltretutto Westerwelle ha ormai poco peso politico in Germania.Secondo Spiegel Online la partita è ormai un’altra: la coalizione di centro-destra che sostiene la Merkel avrebbe concluso che si deve salvare il cuore dell’eurozona, includendovi però anche Spagna e Italia. In cambio, però, il cancelliere deve lasciare andare al suo destino la Grecia: solo a queste condizioni, scrive il giornale, la maggioranza darebbe il via libera a eventuali aiuti per Madrid o Roma.