Ancora una giornata di tensione nelle Borse di tutto il mondo. Contrastate quelle europee, dopo gli ennesimi tonfi nelle piazze asiatiche, con Tokyo a -6,3% e Hong Kong a -12,7%. Altalenante Wall Street. Le piazze del Vecchio Continente in caduta libera nella mattinata, hanno contenuto le perdite, dopo le parole del presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet, che ha ipotizzato un taglio dei tassi in occasione della riunione del prossimo 6 novembre. «Non è una certezza, è una possibilità», ha precisato Trichet. Ma l'orientamento sembra essere quello di allinearsi alla Fed che domani dovrebbe tagliare ancora i tassi di mezzo punto. Così Francoforte dopo essere stata in rosso per gran parte della seduta, alla fine ha chiuso persino in rialzo dello 0,91%, salvata fra l'altro dall'incredibile escalation del titolo Volkswagen a +130%. Londra ha chiuso in modesto ribasso (- 0,67%). In netta flessione invece Parigi che ha terminato perdendo il 3,96%. Lo stesso Madrid (-4,19%). Anche Milano ha chiuso in deciso calo: il Mibtel ha ceduto il 3,50%. A Piazza Affari le parole di Trichet non hanno sortito particolari effetti, in una seduta dominata dalla debolezza dei titoli finanziari e dai timori della recessione. Male in particolare i bancari, Bpm (-10,21%) e Intesa Sanpaolo (-10,15%) su tutti; giù anche Fiat (-8,1%) dopo il no del governo agli incentivi alla rottamazione. In controtendenza solo i media e i titoli del lusso. A contenere le perdite nei mercati europei, ha influito anche l'andamento di Wall Street che, dopo un'apertura in flessione, ha marciato in recupero andando in territorio positivo per gran parte della seduta, spinta dai dati sulle vendite di nuove case a settembre (+2,7%). Segnale che ha rincuorato gli investitori e dato nuova fiducia alla Borsa americana. In serata invece l'improvvisa flessione: il Dow Jones ha chiuso a -2,42% e il Nasdaq a -2,97%. Preoccupano i timori delle ripercussioni della crisi finanziaria sulla cosiddetta economia reale. Dopo il Pil negativo (-0,5%) della Gran Bretagna, è negativo anche l'indice Ifo sul clima economico tedesco in ottobre, sceso dal 92,9 al 90,2, inferiore alle previsioni degli economisti. Il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Joaquin Almunia, prevede che «l'attuale turbolenza finanziaria», si protrarrà per «almeno un anno». E ha aggiunto: «Non possiamo tornare a una situazione nella quale gli interessi reali siano negativi». Sul mercato dei cambi, si registra il continuo indebolimento dell'euro. La moneta unica è scesa sotto 1,24 dollari, per la prima volta dal 26 aprile del 2006; mentre lo yen è salito contro l'euro fino a 113,64, il massimo dal maggio 2002. Una «volatilità eccessiva» della moneta giapponese su cui ha preso posizione il G7, proprio da Tokyo. Un intervento dal valore certamente politico, che non ha avuto effetti particolari nei mercati, ma che risulta indicativo del momento che si vive. Il ministro delle Finanze francese, Christine Lagarde, ha smentito la possibilità di un intervento del gruppo dei Paesi industrializzati, osservando che eventualmente saranno le autorità giapponesi a muoversi per evitare un eccessivo apprezzamento della valuta. Di fatto il dollaro, torna ad occupare il ruolo di valuta-guida degli scambi. Quanto ai mutui, si registra ancora una flessione dei tassi interbancari. L'Euribor a tre mesi si è attestato al 4,912% con un lieve calo rispetto al 4,918% di venerdì scorso. Anche se, ha spiegato Trichet, «ci vuole tempo perché i tassi Euribor si adeguino alle condizioni create dalle iniziative di Francoforte». Condizioni che possono migliorare soprattutto se si allentano, come sta avvenendo, le tensioni inflattive e si mantengono ai livelli attuali i prezzi delle materie prime. Proprio su questo fronte, continua la corsa al ribasso dell'oro nero. Il barile del Brent, il greggio di riferimento europeo quotato a Londra, è sceso sotto i 60 dollari al barile, per la prima volta da marzo del 2007.