La crescita nell'Eurozona ha "perso slancio"
questa estate, come si evince da indicatori sulla fiducia come
l'Economic Sentiment Indicator della Commissione Europea, che tra
maggio a settembre 2014 ha registrato le flessioni maggiori in Italia
e Germania. È quanto si legge nel bollettino mensile della Bce.
"Dopo quattro trimestri di moderata espansione, il Pil reale
dell'area dell'euro è rimasto invariato nel secondo trimestre del
2014", sottolinea il bollettino, "benchè tale andamento sia in parte
riconducibile a fattori transitori, sembra essersi altresì
verificata una certa perdita di slancio della crescita dall'inizio
dell'estate".
Il "recente peggioramento", prosegue la Bce, "è imputabile
soprattutto agli andamenti relativi all'industria e al commercio al
dettaglio, nonchè al clima di fiducia dei consumatori". D'altro
canto, "la fiducia nel settore dei servizi è rimasta sostanzialmente
stabile, mentre in quello delle costruzioni è lievemente cresciuta".
La Bce prevede che "il recente indebolimento della fiducia
nell'industria prosegua nei prossimi mesi", mentre per il comparto
servizi "sembra che il recente deterioramento sia percepito come una
fase di natura più transitoria".
Guardando al 2015, secondo la Bce, "continuano a sussistere le
prospettive per una moderata ripresa nell'area dell'euro" sebbene i
rischi per tali prospettive economiche "restino orientati al
ribasso"."Occorre tuttavia seguire con attenzione i fattori e le
ipotesi principali che delineano questa valutazione", avverte la Bce,
"progressi insufficienti sul fronte delle riforme strutturali nei
paesi dell'area rappresentano un cruciale rischio al ribasso per le
prospettive economiche". L'Eurotower mette inoltre in guardia sullo
"acuirsi dei rischi geopolitici" che "potrebbe ripercuotersi sul
clima di fiducia e soprattutto sugli investimenti privati, unitamente
al recente indebolimento della dinamica di crescita".
Nell'Eurozona ci sono "alcuni paesi" che "devono chiaramente
imprimere slancio al processo legislativo e attuativo delle riforme
strutturali, per quel che riguarda i mercati dei beni e servizi e del
lavoro nonchè gli interventi volti a migluiorare il contesto in cui
operano le imprese". Nel bollettino mensile si sottolinea come "la
politica monetaria concorre a sostenere l'attività economica" ma
"per rafforzare l'attività di investimento, la creazione di posti di
lavoro e la crescita potenziale, è necessario che gli altri settori
di politica economica forniscano un contributo decisivo".