La Banca centrale europea manterrà il tasso di riferimento allo 0,25% o a
livelli inferiori "finché sarà necessario" e "seguiterà a sostenere la graduale
ripresa dell'area dell'euro". Lo si legge nel bollettino mensile. La Bce
attende "che nei prossimi mesi l'inflazione si attesti in prossimità dei livelli
attuali", con pressioni "contenute" sui prezzi nel medio periodo.Il
rapporto deficit/Pil dell'Italia, atteso al 3% nel 2013 contro l'obiettivo del
2,9% e al 2,5% nel 2014 contro l'1,8% del programma di stabilità, si deve
"principalmente a un peggioramento delle condizioni economiche". Lo scrive la
Bce, ricordando che per la Ue il risanamento strutturale "è inferiore allo
sforzo richiesto".
Draghi: unione bancaria non sufficiente, avanti
riforme"L'Unione bancaria non è una panacea, per eliminare la
frammentazione finanziaria è necessaria ma non sufficiente a rompere il legame
tra debiti sovrani e banche ma le condizioni di prestito ugualitarie si
ristabiliscono solo se proseguono anche riforme e consolidamento": così il
presidente Bce Mario Draghi parlando alla plenaria del Parlamento Ue. "I tassi,
che abbiamo portato al loro livello storicamente più basso, resteranno bassi per
un lungo periodo". "Le misure prese" dalla Bce ed in particolare le decisioni
sui tassi di interesse "hanno affrontato le distorsioni", "alleviato pressione
sui finanziamenti delle aziende non finanziarie" e "aiutato le piccole e medie
imprese". Lo ha detto Draghi nella audizione davanti alla plenaria del
Parlamento europeo a Strasburgo ("l'ultima in questa legislatura" ha precisato
Draghi). La Bce attualmente ha il 17% di donne nelle posizioni dirigenziali e
nel luglio scorso il Comitato esecutivo "si è dato un obiettivo di genere, di
arrivare al 35% entro il 2019". Draghi ha sottolineato che "non è una promessa
vuota". Draghi si è anche congratulato per la nomina della francese Danielle
Nouy a capo del Board di supervisione unica, confermata ieri dal Parlamento
europeo.
ceIl
vertice della prossima settima "non sarà abbastanza audace, non abbastanza
concreto", quando invece "dovrebbe accelerare il ritmo per aumentare il credito
alle Pmi e aiutare la crescita". Lo ha detto
Olli Rehn lanciando l'appello "agli Stati membri ad essere più audaci e coraggiosi per rispondere alle esigenze
creditizie delle Pmi"