sabato 7 dicembre 2013
Per il presidente della Commissione Ue il tetto del 3% non si può rivedere, mentre si sta «già cercando di introdurre la flessibilità permessa dai trattati».
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'Il deficit è in ordine, ma l'indebitamento pubblico rimane ancora molto elevato ''. Lo ha detto il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, a Che tempo che fa, parlando dei conti pubblici dell'Italia. ''Nell'ambito del progetto di bilancio preventivo di quest'anno l'Italia, che ha già ottenuto di fatto un obiettivo importante nei risultati sul deficit, non ha ancora presentato un progetto di aggiustamento strutturale del debito sufficiente e noi pensiamo che questo sia un incoraggiamento per l'Italia'', ha detto Barroso, interpellato sulla possibilità di applicare all'Italia la clausola di flessibilità nel rapporto deficit-Pil. Quanto alle dichiarazioni scettiche del 'collega' Olli Rehn, commissario agli Affari economici e monetari, sull'Italia ''interpreto le dichiarazioni di Olli Rehn come un incentivo, una sfida amichevole sferrata all'Italia perché si vuole che l'Italia sia decisa. La verità è che l'Italia è uscita da un deficit eccessivo e coloro che erano scettici si sono sbagliati. Ora è nelle mani degli italiani dimostrare agli scettici che l'Italia è in grado di mettere in ordine le finanze pubbliche''. Barroso ha ricordato che l'Italia paga tassi di interesse superiori a quelli dell'Irlanda. ''Questo non va'' perché ''l'Italia è un Paese con un ottimo potenziale economico". Per questo ''stiamo cercando di chiedere all'Italia di non abbandonare il cammino delle riforme''.Barroso non ritiene si possa rivedere il tetto del 3% al rapporto deficit-Pil a cui sono soggetti gli Stati della Ue: ''È stato deciso da tutti gli Stati membri all'unanimità. Non credo che sia possibile modificare questa regola, ciò che stiamo già facendo è invece applicarla in modo non dogmatico nel senso che non prendiamo in considerazione il deficit nominale ma quello strutturale''. ''Prendiamo in considerazione i cicli economici - ha aggiunto il presidente della Commissione Ue - ecco perché abbiamo proposto che alcuni Paesi possono avere più tempo per rimettere a posto il deficit. Stiamo già cercando di introdurre la flessibilità permessa dai trattati''. Quello che ''non possiamo fare è che gli Stati membri un giorno approvano una cosa e il giorno dopo fanno esattamente il contrario. Questo non aumenta la fiducia'', ha concluso.
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