Proseguono le audizioni sul Def alla Camera - Ansa
Il quadro macroeconomico globale è migliorato, ma resta una profonda incertezza connessa con l’andamento ad ondate della pandemia. E l'Italia non fa eccezione: la ripresa è iniziata ma bisognerà attendere ancora qualche mese per vederne gli effetti. Prosegue il lavoro del Parlamento sul Documento di economia e finanza presentato dal governo, con le audizioni di istituzioni economiche e dello stesso ministro Franco prevista in serata alle commissioni congiunte di Camera e Senato. La Banca d’Italia ha espresso un cauto ottimismo: il Paese sembra avere imboccato la strada di una ripartena all’insegna della resilienza, la vera svolta arriverà nella seconda parte dell'anno.
Eugenio Gaiotti, capo del dipartimento economia e statistica della Banca d'Italia, ha sottolineato come la previsione di crescita inserita nel Def per il 2021 sia del 4,1% e sostanziamente stabile per il 2022 (4,3%). Stime in linea con quelle di Bankitalia e degli organismi internazionali e fortemente condizionate dall’avanzamento del piano vaccinazioni. Il suo successo porterà ad una stabilizzazione della situazione economica e all'avvio di una ripresa significativa nella seconda parte dell'anno.
Debito pubblico sostenibile. Il nodo dell’indebitamento rimane cruciale ma è comunque sotto controllo. «Il debito pubblico dell'Italia è sostenibile» ha detto Gaiotti precisando che «la stabilizzazione su livelli molto elevati lascerebbe il Paese fortemente esposto a rischi derivanti da tensioni sui mercati finanziari o da nuovi shock economici». Secondo Bankitalia, «per contrastarli, è essenziale che sia efficace lo stimolo alla crescita fornito da investimenti pubblici, da interventi che operino il necessario rafforzamento delle infrastrutture del Paese e da riforme in grado di favorire produttività e investimenti privati; nel contempo andrà assicurato un miglioramento adeguato del saldo primario quando le condizioni macroeconomiche lo consentiranno».Nel Def viene chiarito come la riduzione del rapporto tra il debito e il prodotto è "la bussola" della politica finanziaria del governo. Per assicurare questo obiettivo si richiede nel medio termine una correzione appropriata del saldo di bilancio. Secondo Bankitalia «il contributo della politica di bilancio resta fondamentale per contrastare gli effetti della pandemia ma porsi l'obiettivo di ricondurre il peso del debito su una traiettoria discendente è necessario».
Sostegno a imprese e famiglie. Un altro tema costante nell’operato del governo è il sostegno delle imprese e delle famiglie e per il rilancio dell'economia. «È opportuno introdurre ed estendere elementi di selettività negli interventi, per indirizzare le risorse finanziarie ove più necessario» ha detto Gaiotti.Da qui un appello al governo ad un ritiro delle misure a sostegno delle imprese improntato alla massima cautela. «I rischi per le imprese ci sono, abbiamo anche detto che il sistema delle imprese italiane ha affrontato questa crisi in condizioni più solide che in precedenza con una miglior patrimonializzazione» ha detto Gaiotti. «Nel suo complesso, paradossalmente, il risparmio di impresa lo scorso anno è aumentato ma c'è ancora il rischio che senza i sostegni alla liquidità delle imprese non ce la facciano anche le imprese sane». In frenata nel primo trimestre la domanda di prestiti delle imprese e di mutui per l’acquisto della casa. Entrambi dettati da un irrigidimento delle erogazioni da parte delle banche.
La ripresa arriverà nel secondo semestre. Gli «andamenti indicano la resilienza dell'economia, ma allo stesso tempo il persistente freno posto dai nuovi contagi». Tutti gli indicatori come i consumi di energia, i flussi di trasporto, i pagamenti al dettaglio sono in moderato recupero rispetto alla fine del 2020; nel complesso suggeriscono che l'attività economica potrebbe essere rimasta pressochè stabile nei primi tre mesi dell'anno in corso, dopo la forte caduta del trimestre precedente, ma con andamenti disomogenei tra settori. Secondo Bankitalia la produzione industriale è cresciuta di poco meno dell'uno per cento nel primo trimestre, sono invece rimasti deboli i servizi. La svolta arriverà nella seconda metà dell’anno quando è plausibile «una ripresa significativa, trainata dagli investimenti e, più gradualmente, dai consumi». Le prospettive sono però fortemente condizionate dal successo delle campagne vaccinali e dall'avvio del Piano nazionale di ripresa e resilienza.