I conti correnti bancari italiani sono i più costosi e i meno trasparenti d’Europa. A puntare il dito contro le «condizioni» che riservano ai clienti gli istituti del nostro Paese è la Commissione europea in un rapporto presentato ieri dal responsabile della tutela dei consumatori, Meglena Kuneva. Lo studio analizza i costi praticati dalle principali banche sia commerciali che casse di risparmio di tutti i 27 Paesi Ue. «Tutte le voci di spesa del conto sono più alte della media e fanno dell’Italia il Paese dove i conti in banca costano di più», si legge nel rapporto, dove si evidenzia che questo è soprattutto da addebitarsi a «costi molto elevati per le operazioni chiave». In media un conto italiano per l’utente più tradizionale costa 253 euro, contro i 178 della Spagna, 154 della Francia, 103 della Gran Bretagna, 89 della Germania e i 27 della Bulgaria, la meno cara d’Europa. Ma per i clienti che usano servizi più avanzati, in Italia il conto può costare fino a 831 euro.Cifre contestate dall’Abi, che predisporrà una risposta articolata al rapporto della Commissione. «Il prezzo del conto corrente in Italia è di circa 100 euro, ben inferiore rispetto a quello diffuso da Bruxelles», sbotta il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Corrado Faissola, replicando alle valutazioni della commissione europea. «Non solo il costo di questo servizio è già inferiore ai 10 euro al mese – spiega ancora Faissola – ma negli ultimi cinque anni ha visto anche una riduzione media di oltre il 27%». Secondo l’Abi in base ai dati confrontabili «nel motore web "Conti Correnti a Confronto" (uno dei più grandi database in Europa contenente oltre 750 diversi conti correnti con i rispettivi indicatori sintetici di costo) il costo del conto corrente italiano è, in media, di 107 euro, un dato in linea con quello calcolato dalla Banca d’Italia».Di parere diverso sono evidentemente i tecnici di Bruxelles secondo cui la struttura dei prezzi dei conti correnti in generale è «molto opaca», rendendo «praticamente impossibile per il consumatore sapere quanto sta effettivamente pagando e come comparare le differenti offerte». Per il 66% delle banche esaminate – 224 che coprono l’81% del mercato Ue – le commissioni bancarie sono state così poco chiare che gli esperti per elaborare il rapporto hanno avuto necessità di spiegazioni aggiuntive dalle banche per definire il costo reale di un determinato conto corrente.Nonostante i costi elevati, i clienti delle banche italiane non cambiano però istituto: solo il 9% ha spostato il conto negli ultimi due anni (contro il 25% di quelli che cambiano assicurazione sull’auto), «perché il consumatore non capisce cosa paga quando gli offrono un nuovo conto e per mancanza di trasparenza non riesce a confrontare le offerte e resta con quello che ha», spiegano da Bruxelles. «I banchieri commerciali stanno deludendo i consumatori – afferma il commissario Kuneva –. Non rispettano gli obblighi assunti». Kuneva lancia quindi un appello agli Stati affinché «assumano i loro obblighi», applicando «la legislazione comunitaria in materia». Per ora Bruxelles non intende aprire alcuna procedura formale, ma ha gettato il sasso nello stagno