Gli investimenti dei risparmiatori italiani nel corso di quest'anno stanno assumendo una configurazione precisa: le famiglie scelgono di togliere liquidità dal conto corrente e canalizzare le disponibilità verso la raccolta gestita. Le risorse nette confluite negli ultimi mesi su gestioni collettive e prodotti assicurativi/previdenziali sono in deciso aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in progresso del 25% e rappresentano i 2/3 dei volumi complessivi del periodo. Il miglioramento del contesto economico sta ora pilotando verso scelte di investimento orientate alla ricerca del rendimento, mantenendo però cospicua sia l'inclinazione al risparmio che l'attenzione alla liquidità.
Oltre la metà di quanto risparmiato viene investito nei fondi comuni mentre proseguono le vendite di titoli obbligazionari, sia pubblici che privati. Il saldo dei depositi e del circolante è sempre consistente, le obbligazioni sono oramai scomparse dal portafoglio degli italiani con una dinamica simile a quella dei titoli pubblici che oggi assorbono circa il 3,5% del portafoglio. Cala leggermente il valore degli investimenti nei prodotti assicurativi con la quota nel portafoglio che si assesta intorno al 25%; i premi coinvolgono quasi totalmente unit linked (2/3 della raccolta) e polizze multiramo (1/3). Cresce invece la raccolta dei fondi comuni presso le famiglie, pari ora a circa il 18% delle attività finanziarie. Si conferma l'orientamento delle scelte di investimento volto a privilegiare il comparto azionario e bilanciato. Viene privilegiato l'azionario europeo rispetto a quello statunitense, con una preferenza per i settori 'value' come banche e materie prime che dovrebbero trarre vantaggio dal ciclo economico in ripresa, dove il piano Next Generation EU potrà accrescere la fiducia. Anche l'azionario emergente continua a offrire valutazioni interessanti. Non viene però trascurata la componente obbligazionaria: anche in un periodo di rendimenti al lumicino i bond sono imprescindibili per la loro funzione di diversificazione e consolidamento. Il maggior ricorso ai fondi comuni esprime anche il crescente interesse per i prodotti di investimento che rispecchiano i criteri ambientali, sociali e di governance che alla fine del 2020 assorbivano poco meno del 20% delle quote di fondi comuni detenute dai risparmiatori.
L’obiettivo di investimento prioritario è rendere più sicuro il futuro della famiglia , così come incrementare il tenore di vita nel medio-lungo periodo, mentre una percentuale più bassa punta a rafforzare una pensione che teme sarà insufficiente. Infine un giovane su quattro continua a destinare la maggior parte del proprio denaro ai titoli azionari, ma quasi la stessa percentuale, con i conti di risparmio ai minimi storici, è alla ricerca di asset class più rischiose (ma regolamentate) per generare rendimenti. In quest’ottica, in molti avvertono il bisogno di informazioni di qualità per gestire i risparmi e un ruolo molto importante viene svolto allora dalla consulenza di professionisti.