lunedì 2 agosto 2010
Secondo i dati del ministero dei Trasporti, il gruppo Fiat cala del 35,8% a 44.433 veicoli. La sua quota di mercato si attesta al 29,09 dal 30,4% di giugno. Per il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi, che chiede un intervento del governo, si tratta di «un vero disastro per tutti».
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Le immatricolazioni di auto in Italia hanno registrato a giugno un ribasso del 25,97% a 152.752 veicoli, secondo i dati del ministero dei Trasporti. Il gruppo Fiat cala del 35,8% a 44.433 veicoli. La sua quota di mercato si attesta al 29,09 dal 30,4% di giugno. Nei primi sette mesi le immatricolazioni totali sono scese dell'1,48% a 1.317.260, mentre per Fiat si registra un calo del 9,07%.Lo aveva anticipato Federauto, l'associazione dei concessionari d'auto, alla vigilia dei dati ufficiali che saranno resi noti oggi. Per il presidente Filippo Pavan Bernacchi, che chiede un intervento del governo, si tratta di «un vero disastro per tutti. Questo dato si avvicina molto alla realtà perchè - dice - sembra che i principali costruttori abbiamo finalmente tolto il piede dalle kilometri zero. Questo perchè non si può continuare all'infinito ad autoimmatricolarsi vetture per dimostrare dati di quota non veritieri. E infatti il mercato a privati, quello non inquinabile da autoimmatricolazioni, vede una flessione attorno al -30%. E si continua così oramai da qualche mese nell'indifferenza del Governo».Negli Usa - commenta ancora Federauto - Obama visita lo stabilimento Chrysler ed elogia Sergio Marchionne che riceve, nel contempo, consensi dagli operai. Obama si spinge a rivendicare di aver varato la legge sulla rottamazione «che ha salvato almeno 100mila posti di lavoro, permettendo nel contempo di realizzare auto e camion che consumando meno ci porteranno verso un futuro di indipendenza energetica. In Italia è il contrario».Per Pavan Bernacchi «servirebbe che il presidente del Consiglio prendesse in mano la situazione». Come? «Da un lato rinnovando dei bonus pluriennali per svecchiare il parco auto e incentivare le vetture a basso impatto ambientale; in primis quelle alimentate a Gpl e a Metano. Dall'altro, varando una politica seria per riallineare la tassazione delle vetture aziendali agli altri paesi europei. C'è una differenza enorme a nostro sfavore e le poche aziende che potrebbero acquistare auto, veicoli commerciali e industriali, sono costrette a mantenere i propri parchi, anche obsoleti, non sicuri e inquinanti».Federauto chiede allo Stato «di prendere subito in considerazione misure a supporto del mercato auto. Sarebbero a costo zero, perchè si pagherebbero, sia con le imposte sulle auto aggiuntive, sia con riduzione delle spese mediche legate alla cattiva qualità dell'aria e la diminuzioni di morti e feriti per gli incidenti stradali. Inoltre ci sarebbe un minor ricorso agli ammortizzatori sociali che stanno drenando molte risorse statali. Questo si otterrebbe incentivando l'acquisto di auto che consumano e inquinano meno, e sono molto più sicure con dotazioni moderne come le scocche a deformazione progressiva, l'Abs, l'Esp e gli airbag».Quanto alla questione della produzione delle auto in Italia, per Federauto «è importante che Fiat resti a produrre nella Penisola. Per questo serve un atteggiamento totalmente diverso di certi sindacati. In questo momento produrre in Europa non conviene più e tutti stanno smobilitando gli stabilimenti italiani per delocalizzare. Prendiamo esempio dai lavoratori targati Usa».
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