Sonnolenza, distrazione: i disturbi del sonno sono potenziali killer sulla strada, in particolare se a soffrirne sono gli autisti professionali. Molti incidenti in auto, 7.360, e addirittura 231 morti: questi i danni provocati sulle strade dalle apnee notturne nel solo 2014 in Italia. Il collegamento tra la Osas (sindrome da apnee notturne), di cui è stato calcolato che soffrano circa 2 milioni di italiani con un'incidenza forte tra gli over 60, e incidenti stradali era un allarme già sentito in Europa. Una sindrome che ha dunque un forte impatto sociale, ma la possibilità di guarigione esiste, assicurano gli esperti, e passa anche dal dimagrimento dei pazienti, in molti casi obesi.
Un problema molto sentito, tanto che ora anche l'Italia recepisce una direttiva Ue sulla patente di guida, per la quale i decreti del ministero dei Trasporti e della Salute impongono di inserire l'informazione sul documento e di subirne il ritiro nel caso in cui la sindrome non venga adeguatamente curata. Ma c'è di più. In base al decreto legge 22 dicembre 2015 e pubblicato in Gazzetta ufficiale il 13 gennaio scorso, chi soffre di apnee notturne ostruttive non potrà più guidare se non si sottopone alle cure specifiche. “La patente di guida non deve essere né rilasciata né rinnovata a candidati o conducenti affetti da disturbi del sonno causati da apnee ostruttive notturne che determinano una grave ed incoercibile sonnolenza diurna, con accentuata riduzione delle capacità dell'attenzione non adeguatamente controllate con le cure prescritte", recita il testo del ministero dei Trasporti, che recepisce la direttiva europea 2014/85/UE. Si prevede che "il richiedente o il conducente in cui si sospetti una sindrome da apnea ostruttiva notturna moderata o grave deve essere sottoposto a un consulto medico approfondito prima dell'emissione o del rinnovo della patente di guida".
La conoscenza del problema, afferma il direttore dell'Unità Audiologia e foniatria dell'Università Tor Vergata, Stefano Di Girolamo, è ancora molto scarsa. «Chiunque occasionalmente - spiega - può trattenere il respiro. Quando però la pausa si prolunga per più di 10 secondi, allora il fenomeno diventa anormale. Se si ripete per molte volte nellanotte, può comportare rischi importanti anche durante la veglia». Con i micro risvegli di notte a causa delle apnee, infatti, si ha eccessiva sonnolenza diurna, facile irritabilità, perdita di energia.