lunedì 2 marzo 2015

Non c'è da essere troppo ottimisti per i dati di gennaio e del 2014. "Aspettando Godot" sull'effetto del Jobs act

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E' difficile condividere l'ottimismo del ministro del Lavoro espresso sui dati dell'occupazione diffusi dall'Istat. E' vero, sia il consuntivo del 2014 sia il dato mensile di gennaio segnalano un trend positivo. Ma nel complesso dello scorso anno gli occupati sono cresciuti di sole 88mila unità mentre nel primo mese del nuovo anno l'incremento è stato di appena 11mila lavoratori. E' insomma un "andamento lento": positivo sì, ma assai poco vivace e consistente per poter esultare e vedere con chiarezza la fine del tunnel.Possiamo certo festeggiare l'inversione di tendenza dopo il tragico 2013 che ha segnato il punto più basso per l'occupazione in Italia. Ma alla ripresa mancano per ora lo scatto e la consistenza necessarie a consolidare i risultati e a tradurli in un miglioramento complessivo della situazione economica del Paese. Per comprenderlo è sufficiente leggere il tasso di occupazione che non riesce ancora a raggiungere il 56%, con gli occupati inchiodati introno ai 22 milioni e 300mila, ben lontani dagli oltre 23 milioni raggiunti prima della crisi. E soprattutto la condizione dei giovani che stenta a migliorare, anzi a gennaio peggiora con 5mila occupati in meno e un travaso di 7mila disoccupati che si riversano tra gli inattivi (cioè non cercano più un'occupazione). Questo proprio mentre la Garanzia giovani, pensata per attivare e accompagnare i ragazzi sul mercato del lavoro, compie ben 10 mesi.Per l'occupazione, insomma, siamo ad "aspettando Godot". L'attesa per gli effetti del Jobs act (e più ancora degli incentivi all'assunzione a tempo indeterminato in vigore da gennaio) si fa spasmodica. La speranza è infatti che la riforma e la concomitante ripresina industriale dovuta ai favorevoli fattori internazionali portino ad un incremento robusto dei nuovi posti di lavoro di qualità. Ma, al di là di possibili fiammate, la traversata del deserto per tornare nella terra promessa della (piena) occupazione appare ancora lunga e faticosa.
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