![Lunedì 22 marzo scioperano tutti i lavoratori della filiera Amazon in Italia Lunedì 22 marzo scioperano tutti i lavoratori della filiera Amazon in Italia](https://www.avvenire.it/c/2021/PublishingImages/ae327beccc2f4b80ad6faae03f9462de/PPPDAD001__74013969.jpg?width=1024)
Lunedì 22 marzo scioperano tutti i lavoratori della filiera Amazon in Italia - Reuters
Amazon oggi è fermo 24 ore per lo sciopero degli addetti degli hub e di quelli alle consegne, i driver, circa 30-40mila in tutta Italia. Si tratta di fatto del primo stop in Italia di tutta la filiera, e i dipendenti che dalle 7 incrociano le braccia davanti ai cancelli degli stabilimenti del colosso del commercio elettronico, chiedono la solidarietà dei consumatori invitandoli a evitare acquisti per l'intera giornata.All'origine della protesta l’indisponibilità dell'azienda e di Assoespressi ad affrontare i problemi sollevati su organizzazione e carico del lavoro, diritti, tutele e lotta alla precarietà. «Per un giorno, ci vogliamo fermare, ci dobbiamo fermare» scrivono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti in un appello ai cittadini fruitori dei servizi di Amazon. «Voi che ricevete un servizio siete le persone cui chiediamo attenzione e solidarietà, perché continui ad essere svolto nel migliore dei modi possibili».
«Scioperano – continuano le organizzazioni sindacali – le persone che, mai come in questo ultimo anno, ci hanno permesso di ricevere nelle nostre case ogni tipologia di merce in piena comodità. Quelli e quelle che consegnano i pacchi, quelli e quelle che ancora prima lo preparano per la spedizione. Un esercito composto da circa 40 mila lavoratori e lavoratrici che non si ferma mai. Quelli e quelle che, insieme a voi, hanno consentito il boom di ordini e conseguentemente portato alle stelle i profitti di Amazon, e quindi di fatturato, di tutto il sistema dell'e-commerce. Lavoratori e lavoratrici indispensabili, così vengono continuamente definiti da tutti, ma come tali non vengono trattati».
I drivers che consegnano materialmente la merce, spiegano i sindacati, arrivano a fare anche 44 ore di lavoro settimanale spesso per l'intero mese, inseguendo le indicazioni di un algoritmo che non conosce nè le norme di regolazione dei tempi di vita e di lavoro nè tantomeno quelli del traffico. Si toccano punte di di 180/200 pacchi consegnati al giorno, ma nessuna verifica dei turni di lavoro. Nessuna contrattazione, nessun confronto con le organizzazioni di rappresentanza.
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Da Amazon vengono rispedite al mittente le accuse dei sindacati. «I nostri dipendenti e i corrieri assunti dalle imprese terze che effettuano i servizi di consegna ricevono entrambi salari competitivi» spiega il colosso dell’e-commerce. I dipendenti Amazon sono assunti inizialmente al 5/o livello del Ccnl trasporti e logistica con un salario d'ingresso di 1.550 euro lordi al mese per i dipendenti a tempo pieno.
I corrieri sono assunti da fornitori di servizi di consegne al livello G1 del Ccnl trasporti e logistica con un salario d'ingresso pari a 1.644 euro lordi al mese per i dipendenti a tempo pieno, e oltre a 300 euro netti mensili come indennità giornaliera. Lo scorso anno in due momenti diversi Amazon ha erogato un bonus a tutti i lavoratori.
Contestata anche l’accusa di un carico di lavoro eccessivo: la pianificazione viene fatta utilizzando delle tecnologie che prendono in considerazione diversi fattori. «Il numero di pacchi da consegnare è assegnato in maniera appropriata e si basa sulla densità delle aree di consegna (normalmente i corrieri effettuano più consegne per ciascuna fermata), sulle ore di lavoro, sulla distanza da percorrere – spiegano dall’azienda – Amazon assegna i percorsi ai fornitori di servizi di consegna che a loro volta li assegnano ai loro corrieri in base al loro orario di lavoro».