lunedì 6 febbraio 2012
​Il consumo ha toccato il record stimato di 440 milioni di metri cubi. Tutelate le utenze private. Problemi al rigassificatore di Rovigo. Attivate le centrali elettriche a olio combustibile. Scaroni: non ci saranno rincari. L'Autorità per l'energia: massimizzare le importazioni.
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Le famiglie italiane non pagheranno una bolletta del gas più alta a causa del calo delle forniture provenienti dalla Russia. Lo ha assicurato l'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, durante la registrazione di Porta a Porta. Le bollette, ha spiegato, «le fissa l'autorità dell'energia facendo la media delle forniture di tutto l'anno. In ogni caso non ci sarà un aggravio e se ci sarà lo sosterremo noi. Il gas non ci mancherà e non ci mancherà nemmeno l'energia elettrica che in Italia viene generata in gran parte dal gas». L'AUTORITÀ: MASSIMIZZARE LE IMPORTAZIONIMassimizzare le importazioni di gas e dare immediato seguito alle misure decise dal Comitato di emergenza per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti delle famiglie e contenere i consumi. Sono questi gli obiettivi dei provvedimenti approvati oggi dall'Autorità per l'energia che puntano anche a valorizzare il più possibile l'utilizzo delle infrastrutture di trasporto e stoccaggio. Per massimizzare i quantitativi di gas importato dall'estero e l'utilizzo delle infrastrutture di trasporto e stoccaggio, l'Autorità ha in primo luogo definito nuovi criteri per la valorizzazione dei corrispettivi di sbilanciamento, riconoscendo i benefici per la sicurezza dei maggiori quantitativi resi disponibili per il sistema. L'Autorità ha inoltre stabilito le modalità in base alle quali il gestore della rete di trasmissione nazionale Terna dovrà gestire la produzione di energia elettrica delle centrali non alimentate a gas; in particolare, sono stati definiti criteri che consentano di minimizzare eventuali maggiori costi. Le due delibere si inseriscono in un più complessivo pacchetto di interventi per prevenire possibili criticità nel soddisfare l'incremento della domanda di gas e per contenere i consumi, a fronte di condizioni metereologiche particolarmente avverse. Venerdì scorso, l'Authority ha deciso alcune misure transitorie e urgenti per facilitare e incentivare l'immissione di gas, oltre le capacità conferite, da tutti i punti di entrata della rete nazionale. Il 19 gennaio, inoltre, il regolatore ha definito, per la parte di sua competenza, le disposizioni urgenti e indifferibili per la piena applicazione del decreto del Ministero dello Sviluppo economico sull'interrompibilità per i clienti industriali che si sono resi disponibili per via contrattuale.ALLERTA GAS: SCATTA IL PIANO D'EMERGENZADi emergenza in emergenza, l’Italia estenuata dalla troppa neve adesso rischia di restare al freddo perché manca il gas. Manca il gas russo, soprattutto, perché anche la Russia in questi giorni è stata colpita da un gelo inaspettato e quindi in questo momento, come ha spiegato il primo ministro Vladimir Putin, «la priorità di Gazprom è quella di rifornire il mercato nazionale». I numeri di Snam Rete gas rendono bene la nostra situazione attuale: ieri abbiamo consumato 452 milioni di metri cubi di metano, un livello di consumo molto alto che supera i 409 milioni previsti dalla società che gestisce la rete. Per procurarceli speravamo di importarne 297, aggiungere i 23 che produciamo in Italia e usare 130 milioni di metri cubi degli stock. Ma la Russia ce ne ha mandati 85 invece che 103, dal Nord Europa sono arrivai 56 milioni di metri cubi invece che 64, mentre il rigassificatore di Rovigo funziona a meno di mezzo servizio. Insomma: per arrivare a soddisfare il consumo di gas abbiamo dovuto ricorrere a 160 milioni di metri cubi degli stock. Domani il fabbisogno potrebbe aumentare ancora, avvicinandosi ai 460 milioni. Non si può risolvere tutto prosciugando i 4,2 miliardi di metri cubi delle riserve ordinarie e magari anche i 5,1 delle riserve strategiche.«La situazione è sicuramente critica perché dalla Russia e dalla Francia sono diminuiti i flussi, ma è ben monitorata», ha spiegato Corrado Passera. Da ministro dello Sviluppo economico, Passera ha convocato il Comitato per il monitoraggio e l’emergenza gas che, considerate le previsioni di brutto tempo per tutta la settimana e le difficoltà nelle forniture (ma «sono già stati attivati canali alternativi dall’Africa e altre parti» ha assicurato il ministro), ha deciso di attivare le fase di emergenza «secondo le procedure previste dall’Unione Europea». Le conseguenze pratiche sono due. La prima è il ritorno al funzionamento di centrali elettriche ad olio combustibile, fonti di energia ultimamente in disuso perché troppo inquinanti, che dovranno consentire «di contenere i consumi di gas a uso termoelettrico». La seconda conseguenza è «l’attivazione del contenimento dei consumi dei clienti industriali le cui clausole contrattuali prevedano tale possibilità». Si tratta di imprese che, in base a una legge del 2007, pagano a tariffa scontata il gas che consumano ma in cambio possono vedersi ridurre le forniture «per una o più settimane» in caso di emergenza. Il taglio, che inizialmente sarebbe dovuto scattare giovedì, dovrebbe partire già oggi. Confindustria è in allarme. «C’è preoccupazione, perché le imprese hanno già subito lo sciopero dei Tir e i problemi del maltempo. Se adesso dovesse aggiungersi anche questo si rischierebbe di creare una grossa penalizzazione per le imprese» ha detto il presidente Emma Marcegaglia. Per evitare tagli drastici, Marcegaglia ha proposto di utilizzare le riserve strategiche del nostro Paese, che contengono 5,1 miliardi di metri cubi di gas. Il governo per ora non risponde, potrebbe farlo oggi con la nuova riunione del Comitato del ministero dello Sviluppo economico, ma l’uso delle riserve nazionali non è una strada semplice da percorrere. Non sarebbe sicuramente una soluzione ben vista a Bruxelles.La portavoce di Günther Oettinger, il commissario europeo all’Energia, ha chiarito che la situazione delle forniture dalla Russia è «migliorata» durante il fine settimana, in diversi Paesi (Bulgaria, Slovacchia, Austria, Ungheria, Polonia e Grecia) il flusso di metano da Mosca è tornato «a livelli normali», mentre in Romania, Germania e Italia le forniture «stanno aumentando anche se non sono ancora ritornati alla normale». La portavoce di Bruxelles ha anche voluto ricordare che l’Italia è un Paese «molto diversificato e molto ben connesso ai gasdotti», e quindi ha invitato Roma a una soluzione «di mercato» che consisterebbe «nell’aumentare i flussi provenienti dal gasdotto che passa dall’Austria», ovvero quel Tag lasciato mezzo vuoto (lavora al 75% della sua capacità) dal taglio delle forniture russe.Potrebbe non essercene nemmeno bisogno. «Con le misure decise dal ministero dello Sviluppo economico si potrà disporre di ulteriori 25 milioni di metri cubi al giorno di gas, circa l’8-9% dei consumi» ha spiegato in serata Paolo Scaroni, amministratore delegato dell’Eni (che, per ora, controlla ancora la rete gestita da Snam). Secondo i calcoli del manager, possiamo stare sereni: «Mi attendo che la situazione si tranquillizzerà durante il prossimo fine settimana». Pietro Saccò
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