ANSA
Era un passaggio atteso e temuto. E ieri si è materializzato (seppur datato 1° dicembre) con una lettera inviata a governo e sindacati. Alitalia ha annunciato «l’avvio di una procedura che determina, suo malgrado, licenziamenti per riduzione di personale».
Di fatto per i 2.668 dipendenti dell’ex compagnia di bandiera - in amministrazione straordinaria - la cassa integrazione straordinaria terminerà il 31 ottobre 2024. Poi partiranno i licenziamenti collettivi con l’erogazione della Naspi.
Intanto, però, dal prossimo 1° gennaio verrà aperta una finestra per consentire ai dipendenti che lo riterranno opportuno, quindi su base volontaria, l’uscita anticipata con la Naspi; coloro che, al contrario, non vorranno aderire continueranno a prendere la Cigs fino alla scadenza. Una comunicazione attesa, l’ennesimo tassello dell’infinita vicenda riguardante il vettore tricolore. Un passaggio che sarà nei prossimi giorni, i sindacati indicano la data di giovedì, al centro di un incontro tra i commissari di Alitalia e le parti sociali.
La lettera di Alitalia precisa che «rimangono attualmente alle dipendenze dell'amministrazione straordinaria 2.840 lavoratori, 2.668 dei quali sospesi in Cigs a zero ore e 172 impiegati allo stato per le esigenze connesse al completamento del programma (di gestione dell'ultima fase di liquidazione, ndr.), la cui data di ultimazione, allo stato, è fissata al 15 gennaio 2024”.
«Alla luce del quadro normativo – prosegue il documento – e fatta eccezione per le sole necessità operative dell’amministrazione straordinaria connesse al completamento dell'attività liquidatoria, la scrivente è impossibilitata al reimpiego dei lavoratori attualmente sospesi in cassa integrazione». I commissari, da parte loro, hanno successivamente spiegato che la procedura «è stata attentamente valutata al termine di un percorso condiviso, che prevede la sottoscrizione di un accordo specifico con le organizzazioni sindacali e che si attiverà esclusivamente su base volontaria. È quindi a totale discrezione del dipendente aderire o meno in base a proprie personali valutazioni».Il futuro di un così corposo numero di dipendenti è il nocciolo della questione e vedrà una serie di passaggi complessi. Le preoccupazioni delle parti sociali sono state immediatamente esternate: per il segretario generale della Fit-Cisl, Salvatore Pellecchia si tratta di «una notizia inaspettata» ed è «surreale e incomprensibile che in Italia si licenzino quelle professionalità che saranno a breve indispensabili vista la significativa ripresa del trasporto aereo. I dati di traffico presentati dall’Enac nei primi giorni di novembre e relativi al terzo trimestre 2023, scattano una fotografia di un mercato del trasporto aereo italiano in salute, registrando un incremento del +11,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e un +4,2% rispetto al terzo trimestre 2019 (anno pre-pandemia) nel comparto passeggeri. Performance ugualmente positive anche nel settore cargo».
Il segretario generale della Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi e quello nazionale Ivan Viglietti chiedono che il Governo «intervenga subito affinché i circa 3mila lavoratori di Alitalia non vengano abbandonati al loro destino» aggiungendo che siano ricollocate «nelle tre aziende nate dallo spacchettamento di Alitalia o in altre aziende del settore» dopo «una adeguata formazione che consenta anche il mantenimento delle certificazioni, una misura che era già prevista e che non ha avuto mai applicazione» e che venga «allungato il periodo di cassa integrazione per tutto il 2025». Sulla stessa linea il coordinatore nazionale del trasporto aereo della Filt Cigl, Fabrizio Cuscito sottolinea che «è necessario che il Governo fermi immediatamente i licenziamenti e proroghi la cassa integrazione per tutto il 2024 e anche per il 2025 fino a quando non verranno ricollocati in servizio tutti i lavoratori».