"Il pensiero del Santo Padre è
ancora a Taranto, alla difficile situazione che la città si
trova a vivere, divisa tra diritto alla salute, e quindi alla
vita, e diritto al lavoro". Lo rende noto l'arcivescovo di
Taranto, Filippo Santoro, di ritorno in città dal Sinodo dei vescovi. Il
riferimento dell'arcivescovo è alla vicenda dell'Ilva.
Nell'ultima Congregazione Generale del Sinodo dedicato alla
nuova evangelizzazione che si è concluso domenica 28 ottobre,
papa Benedetto XVI - annuncia una nota dell'Arcidiocesi - si è
rivolto all'arcivescovo monsignor Filippo Santoro per sapere
come si stesse cercando di far fronte alla vicenda Ilva. "Appena l'ho salutato, mi ha chiesto
immediatamente - racconta lo stesso monsignor Santoro - come
andasse la questione Ilva". "Il momento è delicato, ma si
possono aprire prospettive positive - ho risposto - Per questo
Santità le chiedo di benedirci". "Certo, spero per Taranto,
prego per tutti voi e vi benedico" è stata la risposta del
Papa, che ha poi incentrato l'omelia conclusiva rivolta ai
padri sinodali sulla figura evangelica di Bartimeo, il cieco
che riacquista la vista perduta grazie alla fede in Cristo.
"Bartimeo - dice l'arcivescovo di Taranto - rappresenta l'uomo
che riconosce il proprio male e grida al Signore, fiducioso, di
essere sanato e con la vista riacquista la luce che aveva
perduto, la pienezza della propria dignità: si rialza in piedi
e riprende il cammino".Ed è quello, commenta l'arcivescovo
Santoro rifacendosi appunto all'omelia del Pontefice, "che in
qualche modo sta avvenendo anche ai tarantini in un momento
così delicato per la loro storia comunitaria. Il Papa ha
dimostrato fin dall'inizio della vicenda Ilva, solidarietà ai
lavoratori e a coloro che vivono il dramma della malattia
legata all'inquinamento prodotto dall'industria. Lo ha fatto
nell'Angelus del 29 luglio da Castel Gandolfo, torna a farlo
questa volta rivolgendosi al suo vicario sul territorio
ionico".