sabato 9 novembre 2013
Francesco ha incontrato in Sala Nervi l'Unitalsi, che compie 110 anni di vita. Bergoglio si è fermato a lungo con malati e disabili, poi ha chiesto di andare contro "la logica mondana" di oggi in base alla quale le fragilità fisiche tendono ad essere nascoste al mondo. IL TESTO DEL DISCORSO
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«I poveri di salute una ricchezza per la Chiesa»
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È più che mai necessario andare contro "la logica mondana" di oggi in base alla quale le fragilità fisiche tendono ad essere nascoste al mondo. Il monito arriva da Papa Francesco in occasione dei 110 anni di vita dell'Unitalsi, l'Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali, ricevuta in udienza nell'Aula Nervi, in Vaticano."I poveri - è l'esortazione di Bergoglio - anche i poveri di salute, sono una ricchezza per la Chiesa". Purtoppo, si rammarica il Pontefice, "il contesto culturale e sociale di oggi è piuttosto incline a nascondere la fragilità fisica, a ritenerla soltanto come un problema, che richiede rassegnazione e pietismo o alle volte scarto delle persone".Da qui l'importanza del ruolo dell'Unitalsi che, dice Bergoglio, è "chiamata ad essere segno profetico e andare contro questa logica mondana, aiutando i sofferenti a essere protagonisti nella società, nella Chiesa e anche nella stessa associazione". A questo proposito, è necessario il lavoro di parrocchie e associazioni: "per favorire il reale inserimento dei malati nella comunità cristiana e suscitare in loro un forte senso di appartenenza, è necessaria una pastorale inclusiva nelle parrocchie e nelle associazioni". Si tratta, spiega il Papa, "di valorizzare realmente la presenza e la testimonianza delle persone fragili e sofferenti, non solo come destinatari dell'opera evangelizzatrice, ma come soggetti attivi di questa stessa azione apostolica". Il Papa, parlando del prezioso lavoro svolto in tanti anni dall'Unitalsi ricorda, toccando un tema che a lui sta particolarmente a cuore, che l'aiuto alle persone che soffrono non si deve ridurre a una azione di pura filantropia, ma deve essere dettato dall'esempio del "Buon Samaritano" così da non voltare "la faccia dall'altra parte di fronte alla sofferenza". Infatti, dice Bergoglio, "da 110 anni la vostra associazione si dedica alle persone ammalate o in condizioni di fragilità con uno stile tipicamente evangelico. Infatti la vostra opera non è assistenzialismo o filantropia, ma genuino annuncio del Vangelo della carità, è ministero della consolazione".
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