Vladimir Putin e papa Francesco nell'udienza privata in Vaticano il 25 novembre 2013 (archivio Ap)
Due binari, paralleli ma entrambi importanti. La visita-lampo di Vladimir Putin a Roma (10 ore di permanenza, corteo di 30 auto blindate, macchina presidenziale da 6,63 metri, 50 strade chiuse e cieli sorvegliati da droni ed elicotteri) vede dapprima l’atteso incontro con papa Francesco, poi una fitta serie di appuntamenti istituzionali: colazione di lavoro al Quirinale con Sergio Mattarella, la ripartenza alla Farnesina - dopo 6 anni - del "Foro di dialogo delle società civili", cena a villa Madama con il presidente del Consiglio, i due vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi (presenza curiosa, l’"assaggiatore" personale del presidente russo, che controlla preventivamente i pasti). Fuori dal protocollo, i cronisti presteranno grande attenzione a un eventuale colloquio informale tra Putin e Salvini (note le simpatie filorusse del leader leghista) e a un probabile saluto tra lo "zar" e il suo grande amico personale Silvio Berlusconi.
La giornata romana di Vladimir Putin inizia con la visita a papa Francesco in Vaticano. È la terza volta che accade. Segno di una particolare attenzione del leader russo per la figura del Pontefice e per la "geopolitica" della Santa Sede. Mosca infatti ritiene che su buona parte dei dossier internazionali più scottanti - Medio Oriente, disarmo atomico, Venezuela - le proprie posizioni siano in sintonia con quelle di Oltretevere.
La Santa Sede da parte sua, senza allinearsi con le posizioni russe - come con quelle di qualsiasi altra potenza - considera Mosca un interlocutore prezioso per affrontare alcune crisi in atto nel mondo. Dopo l’udienza col Pontefice, Putin incontra anche il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin. «Il presidente della Russia – ha detto nei giorni scorsi il porporato alla festa di Avvenire a Potenza – si considera uomo religioso, e penso quindi che egli riconosca nel Papa l’incarnazione di valori che ritiene importanti nella sua vita. Poi c’è l’attenzione della Russia a temi quali la tutela dei cristiani nel Medio Oriente e la crisi dei valori cristiani nelle società occidentali. L’incontro sarà occasione per affrontare questioni che preoccupano la Santa Sede, come la situazione in Siria e il conflitto nella regione orientale dell’Ucraina». Per quanto riguarda quest’ultima questione le posizioni tra Roma e Mosca non sono collimanti: la Santa Sede ad esempio non ha riconosciuto l’annessione della Crimea. Da parte russa però si è molto apprezzata la perentoria indicazione di papa Francesco ai cattolici ucraini di non intromettersi nella crisi interna all’ortodossia ucraina.
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Nella parte politica della visita, Putin sarà certamente curioso di capire a che punto è l’esperimento "sovranista" nel Belpaese. Tra l’altro, il presidente russo arriva a Roma dopo il viaggio di Salvini a Washington per incontrare il vicepresidente Pence e il segretario di Stato Pompeo e accreditarsi presso l’amministrazione Trump. In quella sede il leader della Lega ha potuto misurare come l’affinità politica tra Trump e Putin non abbia cancellato i fattori di contrasto tra Usa e Russia. Ne ha perciò ricavato l’impressione di dover "misurare" le sue simpatie russe.
D’altra parte Putin ha già detto di non aspettarsi dall’Italia un veto contro le sanzioni economiche Ue alla Russia, che pure costano 1 miliardo solo nel comparto agroalimentare italiano. Allo stesso tempo, Roma continua a porre un freno all’ipotesi di aggiungere alle sanzioni per l’Ucraina altre misure per il Donbass. Non è prevista la firma di particolari accordi commerciali ma la nascita di una sorta di "corridoio alternativo" che attenui le sanzioni attraverso il rapporto diretto tra le imprese. Tra i dossier internazionali, l’interesse maggiore è su Libia e Afghanistan. Previste polemiche collaterali sul nebuloso meccanismo comunicativo che sembra unire con un filo invisibile le strategie sui social network di Mosca, Lega ed M5s.