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In effetti questo metodo si è dimostrato molto efficace e proprio in questo libro molto atteso e appena uscito Staglianò racconta la sua passione per la musica e per l’educazione dei ragazzi; la sua voglia di andare oltre l’ecclesiale per usare il linguaggio più universale, quello delle cosiddette “canzonette”, che ad una attenta lettura - come fa l’autore in questo libro - in realtà non sono da considerare in maniera superficiale, ma hanno testi che possono e sanno veicolare verità profonde che spesso non riusciamo a comunicare in altro modo.
“Il problema fondamentale - osserva Staglianò - credo possa essere il seguente: questi testi hanno dignità letteraria o no? Possono essere messi alla stessa stregua della letteratura dei grandi? Le tragedie greche, oggi considerate unanimemente opere straordinarie di letteratura, erano alla fin fine ‘telenovelas pop’ dell’epoca. E allora? nella musica pop non si può trovare sapienza umana? E quando predichiamo il Vangelo non ci interessiamo all’umano dell’uomo? In verità, i testi delle ‘canzonette’, nella misura in cui intercettano dimensioni dell’umano dell’uomo, appartengono di diritto al Vangelo e alla sua predicazione”.
4 maggio, il vescovo parla ai giovani del Liceo di Rosolini PBZjN3xRTU8;430;242
“Diventare santi - continua il vescovo - non significa diventare angeli, ma raggiungere quella statura alta di umanità che Gesù Cristo ci ha mostrato. I santi sono umani pienamente compiuti. Se posso spiegare questo concetto attraverso una canzone di Mengoni come ‘Esseri umani’ - conclude Staglianò - soprattutto di fronte a un’assemblea di giovani, non vedo perché non farlo”.