lunedì 13 novembre 2023
Con una lettera autografa del 1° ottobre papa Francesco ha disposto il ritorno a luogo di contemplazione. La struttura sarà abitata dal 1 gennaio da sei monache benedettine dell'Argentina
Un' immagine del complesso monastico nel cuore dei giardini vaticani

Un' immagine del complesso monastico nel cuore dei giardini vaticani - Wikipedia

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Saranno sei monache benedettine argentine dell'abbazia di Santa Scolastica di Buenos Aires (diocesi di San Isidro) a vivere e ad abitare da inizio gennaio nella struttura il monastero Mater Ecclesiae, nel cuore dei Giardini Vaticani, dove ha vissuto il papa emerito Benedetto XVI dal maggio 2013 fino alla morte il 31 dicembre scorso (corrispondente a quasi tutto il periodo della sua rinuncia al ministero petrino).

​Un ritorno alle origini come ai tempi di Giovanni Paolo II

Il complesso monastico Mater Ecclesiae riprende, così per volere di papa Francesco, il suo scopo originario: cioé ritorna ad essere un luogo di contemplazione. Come lo era ai tempi di Giovanni Paolo II. Era stato infatti papa Wojtyla, con il Breve La vita contemplativa del 25 marzo 1994, ad erigere canonicamente nella Città leonina un monastero di monache di vita contemplativa, con il titolo di Mater Ecclesiae. In un comunicato diffuso dalla Sala Stampa vaticana si rende noto che papa Francesco ha disposto questa decisione con una lettera autografa del 1° ottobre di quest'anno. Il complesso Mater Ecclesiae avrà come scopo precipuo quindi «quello di sostenere il Santo Padre nella sua quotidiana sollecitudine per tutta la Chiesa, - si legge nella nota - attraverso il ministero della preghiera, dell'adorazione, della lode e della riparazione, essendo così una presenza orante nel silenzio e nella solitudine». A tal fine, conclude la nota, «papa Francesco ha convocato le monache dell'Ordine benedettino dell'abbazia di Santa Scolastica di Victoria, provincia di Buenos Aires (diocesi di San Isidro) in Argentina, che hanno generosamente accettato l'invito del Pontefice. Il Vescovo di Roma ha inoltre deciso che il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano sarà responsabile di tutte le questioni riguardanti il monastero Mater Ecclesiae.

La struttura nel cuore dei giardini vaticani

La struttura, un ex ufficio della Gendarmeria Vaticana, fu costruita tra il 1992 e il 1994 per volere di Giovanni Paolo II. Circondato da alte siepi e sorvegliato dai gendarmi, si trova pochi metri sotto la torre della Radio Vaticana e appena sopra la Casina Pio IV, sede della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali. Dista circa 350 metri da Casa Santa Marta, dove ha scelto di vivere papa Bergoglio. A forma di parallelepipedo, il monastero a è diviso in due parti: a ovest si trova la cappella di due piani, a est gli ambienti monastici e le 12 celle, strutturati su quattro piani. Accanto al complesso monastico si trova un orto, dove vengono coltivate frutta e verdura con metodi biologici. Prima di essere scelto da Ratzinger nel maggio 2013 come sua ultima residenza, il Mater Ecclesiae ospitava una comunità di suore di clausura di diverse nazionalità e dedite soprattutto alla preghiera ma anche alla cura di lavori domestici.

Uno storico incontro all'ingresso del Mater Ecclesiae tra Bendetto XVI e Francesco nel maggio 2013

Uno storico incontro all'ingresso del Mater Ecclesiae tra Bendetto XVI e Francesco nel maggio 2013 - ANSA

Un complesso abitato da carmelitane scalze, benedettine e visitandine

Secondo lo statuto del monastero, vigente ai tempi del pontificato di Giovanni Paolo II ogni cinque anni è prevista l'alternanza di Ordini monastici femminili differenti. Dal 1994 al 1999 è stato abitato dalle clarisse, dal 1999 al 2004 dalle carmelitane scalze, dal 2004 al 2009 da dieci benedettine, dal 2009 alla fine del 2012 dalle monache della Visitazione dette anche "visitandine".



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