Il Consiglio permanente straordinario - Agenzia Romano Siciliani / Cristian Gennari
Sono pronte le Linee guida per la “fase sapienziale” del Cammino sinodale delle Chiese in Italia. Il testo, insieme al cronoprogramma che scadenzerà le tappe successive del Cammino, verranno consegnati alle Chiese in Italia nei prossimi giorni.
Lo rende noto il Comunicato finale della sessione straordinaria del Consiglio Episcopale Permanente, che è svolta oggi in presenza e in videoconferenza.
Quella del “parlamentino” della Cei è stata, spiega la nota, «una sessione breve ma intensa» - con dieci vescovi in presenza a Roma e ventuno in videoconferenza - riunita «per condividere, discutere e approvare le Linee guida».
Il Consiglio Permanente ha lavorato su tale documento «mettendo in luce la bellezza del camminare e la necessità di farlo secondo indicazioni chiare, utili a procedere nella direzione auspicata da Papa Francesco». Infatti dopo i primi due anni di ascolto narrativo, «che hanno coinvolto centinaia di migliaia di fedeli in tutta Italia», il Cammino dovrà ora proseguire con la fase dedicata alla lettura spirituale delle narrazioni emerse per poi culminare in quella profetica che verrà celebrata negli anni 2024-2025. In quest’ottica, spiega il comunicato, «il tempo del discernimento aiuterà a individuare quali dinamiche ecclesiali devono essere modificate per promuovere la missione, rendendo alcuni meccanismi più snelli e più capaci di annuncio del Vangelo».
La nota stampa riferisce poi che nei diversi interventi «è stato sottolineato come il frutto più importante di questi anni sia proprio la riscoperta della bellezza della comunità cristiana e di dirsi appartenenti al popolo di Dio in cammino per annunciare il Vangelo».
Secondo i Vescovi, «tale bellezza deve diventare sempre di più giudizio comune e azione di evangelizzazione». «Con questo documento che consegneremo alle comunità cristiane – spiega ad Avvenire l’arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei - affrontiamo il tema del discernimento ecclesiale, di come si fa il discernimento prima di prendere una decisione. L’icona scelta per questa tappa è l’incontro di Emmaus, che intreccia l’esperienza pasquale dei discepoli con la celebrazione eucaristica, in chiave sinodale. In questa fase sapienziale si dovranno anche approfondire gli aspetti tecnici e operativi con cui affrontare alcuni punti nodali per la missione della Chiesa oggi, per annunciare il Vangelo in modo lieto, coraggioso ed efficace».
Come già detto con le Linee guida sarà diffuso anche il cronoprogramma che, anticipa monsignor Baturi, conterrà anche l’agenda delle convocazioni «di tutti gli organismi del Cammino sinodale: la presidenza, il comitato e l’assemblea dei referenti».
In uno dei prossimi incontri ci sarà «l’occasione per definire meglio il rapporto tra gli organismi della Cei e quelli del Cammino sinodale».
La fase sapienziale approfondirà in prospettiva spirituale quanto emerso nei primi due anni di Cammino, a partire dai 400 referenti diocesani, con circa 200 equipe e 50mila gruppi sinodali, che rappresentano plasticamente la riscoperta della bellezza della comunità cristiana e dell’appartenenza al popolo di Dio in cammino per annunciare il Vangelo. Anche i circa 400 cantieri di Betania, al centro del secondo anno di ascolto narrativo, confermano il desiderio di una Chiesa che si faccia casa accogliente, che punti sulle relazioni e sui volti.
La riunione del Consiglio permanente come di consueto è stata presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che in apertura dei lavori, sottolinea il comunicato, ha espresso gratitudine per la vicinanza e l’affetto manifestatigli in occasione delle visite compiute a Kiev e Mosca quale inviato di papa Francesco. Il porporato si è detto «commosso per la partecipazione e la preghiera delle comunità ecclesiali e di tante persone», definendo questi sentimenti «una conferma di quanto la Chiesa faccia propria l’ansia di pace che è di tutti».
Nella situazione attuale, ha affermato facendo riferimento al contesto di conflitto, «è predominante l’aspetto umanitario che, liberato da qualsiasi strumentalizzazione, rappresenta una via per proteggere i più deboli e favorire una grammatica di dialogo e di pace». I vescovi, riferisce la nota stampa, «hanno rinnovato al Presidente la loro solidarietà orante, ribadendo la volontà di pace e il desiderio di essere operatori di riconciliazione con la preghiera, l’accoglienza e la carità operosa».
Il Consiglio episcopale permanente comprende il presidente della Cei, i tre vicepresidenti (l’arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi Erio Castellucci, il vescovo di Cassano all’Jonio Francesco Savino e l’arcivescovo-vescovo di Ascoli Piceno Gianpiero Palmieri), il segretario generale, i presidenti delle quindici conferenze episcopali regionali e quelli delle dodici commissioni episcopali.