giovedì 24 settembre 2020
Una Guida per vivere l’ecologia integrale in parrocchia e in comunità
Da sinistra Cattai Murray e Santoro ieri mattina nella Sala Marconi della Radio Vaticana

Da sinistra Cattai Murray e Santoro ieri mattina nella Sala Marconi della Radio Vaticana - Siciliani

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Buone pratiche per tradurre in realtà concrete gli insegnamenti della Laudato si’; formazione; sinergie per fare rete. Sono i tre assi intorno ai quali si è sviluppata la presentazione della nuova “Guida per comunità e parrocchie sull’ecologia integrale”, ideata da Focsiv in collaborazione con l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, alla quale hanno partecipato l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, l’arcivescovo emerito di Trento Luigi Bressan, Tomas Insua, direttore esecutivo del Global catholic climate moviment, e Gianfranco Cattai, presidente Focsiv.

La Guida racconta 20 buone pratiche in tutta Italia. Come ha spiegato nell’introduzione Cristiane Murray, vice direttore della Sala stampa della Santa Sede, i volontari di Focsiv hanno iniziato a gennaio a raccogliere sul campo le dimostrazioni su come sia possibile tradurre in opere le indicazioni dell’enciclica di papa Francesco, per poi continuare 'da remoto', a causa della pandemia. «A chi mi chiedeva cosa c’entra l’ecologia con la salvezza delle anime - ha raccontato monsignor Bressan - ho risposto che è un obbligo morale contenuto nella Scrittura ».

L’arcivescovo ha ricordato come per molto tempo questo tema sia stato messo in un angolo per riaffacciarsi negli anni 2000. «Ma solo ora entra nella pastorale. L’ecologia è un impegno etico, parte di un discorso globale». Lo scopo della Guida è «creare una cultura, renderci coscienti della corresponsabilità. Le 20 buone pratiche raccolte, di cui una della Chiesa valdese, e le 13 associazioni in rete, dimostrano che è possibile trasformare in realtà tutto questo».

Santoro ha preso ad esempio il caso della sua Taranto, con l’acciaieria che «ha dato lavoro ma ha prodotto morte e malattia », un autentico «debito ecologico ». L’arcivescovo ha anticipato che i temi ecologici saranno al centro della prossima Settimana sociale dei cattolici, in programma nella città pugliese dei due mari a ottobre del 2021 (data posticipata rispetto a febbraio): «Il Consiglio permanente della Cei ha approvato l’instrumentum laboris sul tema “Il pianeta che speriamo”». Tra le questioni il rapporto ambiente-lavoro, la difesa della casa comune, con una «prospettiva spalancata sul futuro e particolare attenzione al mondo giovanile. L’instrumentum propone grandi temi molto simili a quelli contenuti nella Guida». Santoro ha concluso citando don Tonino Bello: «Bisogna aumentare la speranza ma anche organizzarla. Speriamo che sia la volta buona – ha detto riferendosi all’ex Ilva e alle recenti elezioni regionali – perché sia data una risposta da parte delle autorità locali, ma con una regia centrale decisa». Sull’importanza della formazione si è soffermato Insua: «La Laudato si’ ha dato frutti meravigliosi ma insufficienti. La Chiesa ha bisogno di strumenti per mettere in pratica il messaggio dell’enciclica».

Ecco dunque il ruolo dei 1800 volontari e dei circa 100 circoli parrocchiali che operano per far recepire i contenuti dell’insegnamento pontificio. Infine, Cattai ha sottolineato «l’impatto sul territorio di queste buone pratiche, che sono molte di più di quelle della Guida, costituiscono uno strumento utile, un segno di speranza e di incitamento alla conversione ecologica di tutti« e «l’obiettivo di fare comunione attraverso la rete delle associazioni ».

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