mercoledì 18 marzo 2020
La preghiera domenica davanti al Crocifisso di San Marcello al Corso, i piccoli gesti da valorizzare in famiglia, la speranza per chi non crede in un’intervista di Francesco a un quotidiano
Il Papa prega davanti al Crocifisso nella chiesa romana di San Marcello al Corso

Il Papa prega davanti al Crocifisso nella chiesa romana di San Marcello al Corso - Vatican Media via Reuters

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“Ho chiesto al Signore di fermare l’epidemia: Signore, fermala con la tua mano. Ho pregato per questo”. Racconta in breve il contenuto spirituale del suo pellegrinaggio a piedi domenica alla chiesa di San Marcello al Corso il Papa in un’intervista concessa a Paolo Rodari di Repubblica, nella quale si sofferma in particolare sui gesti da riscoprire e valorizzare in questi giorni di clausura domestica: “Dobbiamo ritrovare la concretezza delle piccole cose, delle piccole attenzioni da avere verso chi ci sta vicino, familiari, amici. Capire che nelle piccole cose c’è il nostro tesoro. Ci sono gesti minimi, che a volte si perdono nell’anonimato della quotidianità, gesti di tenerezza, di affetto, di compassione, che tuttavia sono decisivi, importanti”.

Lodato chi “si spende per gli altri” in questi giorni con "concretezza", Francesco infine rivolge un pensiero a chi non crede: “Tutti sono figli di Dio, guardati da Lui. Anche chi non ha ancora incontrato Dio, chi non ha il dono della fede può trovare li’ la strada, nelle cose buone in cui crede: può trovare la forza nell’amore per i propri figli, per la famiglia, per i fratelli. E lì trovare speranza”.

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