Don Luca Mazzinghi - SBI
La sfida è coniugare fedeltà alle radici e facilità di comprensione. Che significa salvaguardare il testo sacro riuscendo nello stesso tempo a renderlo il più possibile chiaro a chi lo accosta in una lingua diversa dall’originale. Per questo il compito del traduttore è complesso. Si tratta di un’opera certosina di ricerca, di studio, di confronto, per non perdere neanche un grammo della freschezza originaria ma avendo ben chiaro anche l’obiettivo di fruizione, nello studio, nella preghiera, nella semplice lettura, cui è finalizzato. Sapendo, per dirla con san Gregorio Magno, che «la Scrittura cresce con chi la legge».
Prospettive cui il “Nuovo Testamento grecoitaliano” con appendici e dizionario (1984 pagine, 74 euro) ha aggiunto, nell’ideazione come nell’impostazione, uno stile, un’articolazione ecumenica. Fresco di stampa, il volume, edito dalla Società biblica in Italia (Sbi) e dalla Claudiana, è curato da Mario Cignoni (docente di greco alla Facoltà valdese di teologia e segretario generale della Sbi) e sarà presentato lunedì prossimo al Centro Pro Unione di Roma.
«Si tratta – spiega don Luca Mazzinghi, presidente della Società biblica in Italia, docente di Antico Testamento alla Gregoriana e parroco nell’arcidiocesi di Firenze – di una edizione bilingue del Nuovo Testamento che accanto al testo greco originale affianca una traduzione italiana. Il testo greco utilizzato è tra l’altro il migliore oggi esistente, la 28° edizione del Nestle - Aland ».
L’opera a chi si rivolge? È materia soprattutto per studiosi?
C’è una novità: l traduzioni italiane offerte in questo libro sono in realtà due, pubblicate in colonne parallele, nella stessa pagina: la traduzione ufficiale della Chiesa cattolica in Italia, la Bibbia Cei 2008, e la nuova Bibbia italiana della Riforma, accolta dalla maggior parte delle Chiese evangeliche e riformate in Italia. Così questo libro si rivolge alle diverse Chiese e confessioni cristiane in Italia come uno strumento per un vero dialogo ecumenico, a partire dal testo stesso della Bibbia.
Come si è arrivati a questa nuova edizione?
Si tratta di un lavoro che la Società biblica in Italia aveva in programma da tempo e che è arrivato finalmente in porto grazie all’impegno del mio predecessore, il pastore Eric Noffke docente alla Facoltà valdese, e del curatore, Mario Cignoni, oltre a quello di tutto il consiglio della Società biblica.
Anche se in parte lo ha evidenziato prima, su quali basi si può parlare di iniziativa “ecumenica”?
Questa è una edizione ecumenica del Nuovo Testamento sia per il modo in cui è nata, sia per la volontà di offrire due diverse traduzioni non ponendole in contrasto tra loro, ma offrendo ai lettori la possibilità di valutare sintonie e differenze. È finito il tempo in cui la Chiesa cattolica condannava le Società bibliche e di riflesso veniva da queste accusata di tradire le Scritture. Se la comunità dei credenti è “corpo di Cristo” ( 1 Corinzi 12) il cammino ecumenico va nella direzione della ricerca dell’unità, ma anche del riconoscimento del valore delle differenze all’interno di quest’unico corpo.
Nell’introduzione lei e il pastore Noffke sottolineate che la Parola e la sua interpretazione non appartengono come tali ad alcuna Chiesa. In questo senso il confronto tra due diversi modi di tradurre dev’essere vissuto come un esercizio di dialogo.
Mi permetto di ricordare quanto scriveva Benedetto XVI nella Verbum Domini( n° 46) : si tratta di «superare la nostra sordità per quelle parole che non si accordano con le nostre opinioni o pregiudizi, ascoltare e studiare nella comunione dei credenti di tutti i tempi: tutto ciò costituisce un cammino da percorrere per raggiungere l’unità della fede, come risposta all’ascolto della Parola». Sì, se prendiamo sul serio queste parole, si tratta davvero di lasciarsi sorprendere dalla perenne novità della Parola di Dio e di non rimanere sordi di fronte a ciò che mette in crisi i nostri pregiudizi religiosi e che non si accorda con le nostre opinioni, ma – per parafrasare una celebre espressione di Lutero – di lasciarci imprigionare dalla Parola.
Come si è articolata la collaborazione con la Cei?
La Società biblica in Italia ha storicamente avuto legami profondi con il mondo protestante e della Riforma; ha sempre avuto tuttavia, negli ultimi cinquanta anni, una finestra aperta sul mondo cattolico, meno con quello ortodosso. Negli ultimi anni la collaborazione con il mondo cattolico si è consolidata. Voglio ringraziare in modo particolare il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, per la sensibilità e l’attenzione da lui dimostrata nei confronti di questi nostri progetti ecumenici. Senza dimenticare l’impegno della Chiesa valdese!
Nell’aprile scorso, assumendo la presidenza Sbi lei parlò di un altro grande impegno: la Bibbia italiana della Riforma con una nuova traduzione dell’Antico Testamento.
Si tratta di un progetto ancora in corso; il Nuovo Testamento è in realtà già all’interno del libro che stiamo presentando. Accanto alla Bibbia italiana della Riforma – che riguarda il mondo protestante – abbiamo in mente un altro progetto, quello di una nuova traduzione ecumenica dell’intera Bibbia che possa essere accolta da tutte le Chiese. Ci fidiamo delle sorprese dello Spirito e pensiamo a un ecumenismo pratico, concreto, che nasce da rapporti umani reali. Così sarà forse possibile proseguire un cammino di dialogo a partire da un’unica traduzione condivisa, nella quale, speriamo, i punti di unità risalteranno più che le differenze.
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La presentazione lunedì 6 dicembre
Il Nuovo Testamento greco-italiano curato da Mario Cignoni, edito dalla Società biblica in Italia (Sbi) e dalla Claudiana, sarà presentato lunedì 6 dicembre alle 18 presso il Centro Pro Unione, in via di Santa Maria dell’Anima a Roma. Con il curatore ,interverranno il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, la diacona Alessandra Trotta moderatora della Tavola Valdese, don Luca Mazzinghi, presidente Sbi e il pastore Eric Noffke, della Facoltà valdese di teologia. I posti sono limitati, per informazioni CLICCA QUI