Il cardinale DiNardo
Ha chiesto un «cambiamento culturale genuino» all’interno della Chiesa, la commissione di laici creata nel 2002 per aiutare i vescovi americani a prevenire gli abusi sessuali ai danni di minori. E ha rivendicato un ruolo di maggior rilievo nella nuova inchiesta sui sospetti preti pedofili. Il National Review Board era stato istituito dalla stessa Conferenza episcopale in seguito alle rivelazioni di abusi partite dall’arcidiocesi di Boston nel 2001. In un comunicato diffuso ieri sul sito dei vescovi statunitensi, il gruppo afferma dunque che le accuse mosse di recente nei confronti dell’arcivescovo emerito di Washington ed ex cardinale Theodore McCarrick, insieme al dossier che ha portato alla luce abusi su oltre mille bambini in sei diocesi della Pennsylvania in 40 anni, riflettono «un problema di sistema all’interno della Chiesa che non può essere più ignorato o tollerato da parte della leadership ecclesiastica».
Gli undici membri del National Review Board erano stati incaricati nel 2002 di lavorare in collaborazione con la commissione episcopale Usa per la protezione dei bambini e dei giovani, ma nella dichiarazione diffusa ieri suggeriscono che quel modello è stato inadeguato. «Mentre le politiche e le procedure che sono state attuate dalla Chiesa dal 2002 per affrontare gli abusi sessuali sui minori da parte del clero hanno portato a una diminuzione significativa di tali abusi – si legge – le recenti rivelazioni chiariscono che il problema è molto più profondo: il male dei crimini che sono stati perpetrati ai livelli più alti della gerarchia non saranno arginati semplicemente dalla creazione di nuovi comitati, politiche o procedure.
Qualsiasi cosa deve accadere è un vero cambiamento nella cultura della Chiesa, in particolare tra i vescovi stessi. Questo male è il risultato di una perdita di leadership morale e un abuso di potere che ha portato a una cultura del silenzio che ha permesso a questi incidenti di verificarsi ». La commissione si dice convinta che le azioni dell’episcopato americano devono essere esaminate «per eventuali responsabilità o complicità, dirette o indirette, nell’abuso sessuale ».
Quindi chiede che tale revisione venga affidata a laici, come recentemente suggerito dal cardinale Daniel DiNardo, arcivescovo di Galveston-Houston e presidente della Conferenza episcopale statunitense. DiNardo nei giorni scorsi ha reso noto che la Conferenza episcopale Usa sta lavorando a un piano di riforma, un aspetto del quale sarebbe proprio un aumento del coinvolgimento dei laici nelle indagini sulla condotta dei vescovi. «I laici portano esperienza in settori di investigazione, forze dell’ordine, psicologia e altre discipline rilevanti – ha detto DiNardo – e la loro presenza rafforza il nostro impegno verso il primo criterio di indipendenza».
Il porporato ha anche convocato la Commissione esecutiva dei vescovi Usa e ha rinnovato la richiesta di una udienza papale già avanzata a metà agosto. «La recente lettera dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò apporta particolare attenzione e urgenza a questo esame – ha scritto il presidente dei vescovi Usa – le domande sollevate meritano risposte che siano conclusive e basate su prove: senza quelle risposte, uomini innocenti possono essere contaminati da false accuse e colpevoli possono essere lasciati a ripetere i peccati del passato». DiNardo si dice quindi «fiducioso» del fatto che il Papa condivida «il desiderio di maggiore efficacia e trasparenza soprattutto nei procedimenti disciplinari verso i vescovi». Infine esprime al Papa «il nostro affetto fraterno mentre questa ferita aperta degli abusi ci sfida ad essere fermi e decisi nella ricerca della verità e della giustizia». ©